mercoledì 18 marzo 2009
Decalogo per le famiglie in tempo di crisi
Dopo il decreto anticrisi, dieci consigli "pratici" per resistere con creatività. Non tutto il male vien sempre per nuocere e l'attuale fase di crisi è anche un'opportunità per modificare i nostri comportamenti e dedicare più attenzione all'economia familiare.
In primo luogo è fondamentale far tesoro di un detto giapponese che recita "caduto 7 volte, rialzato 8 volte": cadere è spesso inevitabile, ed è tanto più spiacevole quando ciò non avviene per responsabilità propria. Ciò che è fondamentale, però, è trovare sempre la volontà di rialzarsi e guardare avanti e lontano. Qualche suggerimento di comportamento, per non essere usurati dalla crisi, può essere utile, come occasione per rafforzarsi e, perché no, provare a migliorare la qualità della vita.
1. Stare insieme: perché nelle fasi avverse i "gruppi", siano esse famiglie allargate o gruppi di amici, assorbono meglio le conseguenze dell'incertezza e del rischio crescente, e la dilagante incertezza è il segno distintivo della crisi in corso. Creare gruppi di acquisto o ritrovare un gruppo di amici restituisce un po' di certezze e permette qualche risparmio.
2. Migliorarsi sul piano professionale: non è mai troppo tardi per acquisire nuove conoscenze o rafforzare quelle esistenti e l'occasione di più tempo libero è un'opportunità per occasioni professionali future e in ogni caso uno spazio ignoto di soddisfazione e realizzazione.
3. Scoprire occasioni nuove di convenienza per la spesa quotidiana: accurate analisi condotte negli Stati Uniti dimostrano che il risparmio (almeno il 10%) dipende dal tempo dedicato alla ricerca dei prezzi più bassi, con acquisti più frequenti per sfruttare al meglio le promozioni.
4. Eliminare gli sprechi nei consumi quotidiani: da un'indagine in Gran Bretagna emerge che le famiglie inglesi sprecano circa un terzo di ciò che acquistano e circa un quinto di ciò sarebbe riutilizzabile. Patate, mele, pomodori, pane, uva, yogurt, cioccolato, sono esempi di alcuni beni che vengono spesso gettati via interi, ma ancora utilizzabili.
5. Vivere verde, nel senso di utilizzare al meglio le opportunità di energie alternativa, ridurre i consumi energetici, usare di più i mezzi pubblici e meno quelli privati, camminare, usare la bicicletta (e migliorare la salute). Berlino o Copenaghen sono città certamente più fredde di Milano, Roma o Napoli, ma piene di biciclette anziché di auto o motorini.
6. Controllare i costi come le fatture, le bollette, gli estratti conti delle banche. L'aumento si annida nei dettagli di piccole spese aggiuntive, spesso di difficile comprensione, negli addebiti automatici, che spesso arrivano a sommare centinaia di euro all'anno. Non esitare mai nel chiedere spiegazioni e non accontentarsi di spiegazioni spesso non convincenti.
7. Usare internet in modo sistematico: i costi di comunicazione telefonica possono essere ridimensionati attraverso l'uso gratuito del computer come telefono. Inoltre, il web consente di ridurre i costi di acquisto dei giornali e di trovare con maggiore facilità le opportunità di acquisto o scambio a vantaggioso.
8. Chiedere più pareri sulle questioni di rilevanza economica che si devono affrontare: l'informazione diffusa rappresenta una sorta di mercato delle idee, fra le quali poter scegliere la soluzione più conveniente e congeniale, dal medico o il dentista, all'elettrodomestico da cambiare;
9. Dare il buon esempio con i figli sul come affrontare con energia e dignità le difficoltà del vivere quotidiano: le ricerche ci dicono che soprattutto sui bambini più piccoli ciò esercita un'influenza duratura che influenza i comportamenti di una vita. È sufficiente ascoltare la nonna o il nonno che erano bambine o bambini durante la crisi degli anni '30.
10. Pensare diverso: aiuta a identificare meglio i problemi e le loro possibili soluzioni. Se qualcosa sta insegnando questa crisi è quanto possa essere epidemico il pensiero unico e negativo sul futuro. L'economia si alimenta di aspettative positive sul futuro: per davvero l'economia migliora se tutti pensano positivo, ma se anche solo uno pensa positivo quell'unico ne uscirà prima.
Non è certo un decalogo dei miracoli, ma forse un esempio del come le virtù del coraggio e della tenacia possono aiutare a riemergere dalla crisi, con una qualità della vita più sobria e migliore.
domenica 8 marzo 2009
due blogghini
di due grandi donne:
il primo è http://malalaijoyaitalia.blogspot.com/ Malalai Joya è una deputata afgana da anni in lotta con i fondamentalismi e i signori della guerra del suo paese
il secondo è http://neddagottardi.splinder.com/post/19998914#comment il blog è di nonna nedda, 88enne blogger!!!
buona visione e buona festa della donna
venerdì 6 marzo 2009
Estranha forma de vida
Foi por vontade de Deus
que eu vivo nesta ansiedade.
Que todos os ais são meus,
Que é toda a minha saudade.
Foi por vontade de Deus.
Que estranha forma de vida
tem este meu coração:
vive de forma perdida;
Quem lhe daria o condão?
Que estranha forma de vida.
Coração independente,
coração que não comando:
vive perdido entre a gente,
teimosamente sangrando,
coração independente.
Eu não te acompanho mais:
para, deixa de bater.
Se não sabes onde vais,
porque teimas em correr,
eu não te acompanho mais.
Amália Rodrigues
giovedì 5 marzo 2009
As cores da transparençia
Nesta cidade onde o sol quase não se vê
moro eu, que sou filha da chuva.
Desta água nasci, nesta água vou morrer
por ser filha da chuva.
Nesta chuva vivo, gosto disso.
Nesta chuva amo, gosto disso.
Nesta chuva vou diluir as lágrimas
que são chuva também.
Nesta chuva vai ficar você
olhando-me sim ver-me.
Porque eu sou feita de chuva
e tenho as cores da transparençia.
lunedì 2 marzo 2009
la cognizione del dolore
Oggi, come ogni lunedì, dentista. Una infinita serie di otturazioni, estirpazioni, sbiancamenti, raddrizzamenti, allargamenti e speriamo che almeno la lingua me la lascino al suo posto o non me la ritrovi un giorno che penzola da un orecchio.
Entro nella sala d'aspetto che sembra quella di una beauty farm e litigo, come ogni volta, con la macchinetta distributrice automatica dei soprascarpe di plastica. L'assistente di poltrona, figona number one con un sorriso innaturalmente fluorescente, mi trilla di accomodarmi. Io, che di trillante non ho più manco il telefono, striscio sulla passerella antibatterica pensando ai casi della vita.
La poltrona. Mi siedo, mi ci sdraio, e mezza m'abbiocco.
"Come va?" arriva lui, abbronzato, senza nemmeno una ruga, rilassato e col solito sorriso Durban's.
"Bene" dico io, già in guardia
"Sei stanca?" (è un modo carino per dirmi che ho le occhiaie e sono un po' sbattutella. Grazie)
"Un po'. é lunedì" (e che c'entra? Io ho sempre la stessa faccia, anzi, può solo peggiorare)
"Ma tu a che ora smetti di lavorare?" Mi chiede mentre armeggia con il computer per vedere che cosa devo fare
"Alle quattro e mezza"
"E che cosa vuoi di più dalla vita?" e ride.
Al che io apro gli occhi, esco definitivamente dal torpore e gli rispondo "Vuoi fare cambio di stipendio?"
Fine della conversazione.
Arriva l'assistente di poltrona figona number two, mi guardano entrambi in bocca, al che lui dice una frase raggelante:
"Vuoi l'anestesia?"
Se me lo chiede vuol dire che stavolta farà male, penso io.
"No, se non è necessario" rispondo io
"Ok"
Appena accende il trapano, capisco che è troppo tardi per tornare indietro.
A un cenno, senza parlare, in due mi spalancano la bocca come fa un domatore con le fauci di un leone (la maledetta carie è bene in fondo) e giù di fresa.
Me cago en to'!!!! All'inizio niente più che un fastidio, poi porca miseria arriviamo al dunque, il tizio ravana sul nervo che è un piacere e allora comincio ad agitarmi.
"Stai ferma se no ti frullo (!) la guancia"
Al che io, immaginatevi la prospettiva, incomincio a gemere, ma siccome mi sta spruzzando acqua in bocca da una parte e me la sta aspirando dall'altra, riesco solo a gorgogliare un gggrrrrrllllllllbbbggrrrrlllll
"Allora questa anestesia la vuoi sì o no?" mi levano spruzzini e aspirini di bocca.
"NO!" Grido io manco fossi sul set di Garage Olimpo
"Come vuoi" me li rimettono e andante con brio.
Minchia, quando il gioco si fa duro, il dentista incomincia a divertirsi.
Riaccende il trapano, tra lui e la tipa mi aprono talmente la bocca che praticamente me la squadernano, e, come se non bastasse il fatto che mi usino come un tavolino per i ferri del mestiere, per tenermi ferma l'animale mi piazza pure un gomito sullo sterno.
GGGGRRRRRRRRLLLLLHHHGGGRRRRRLLLLLMMFFFRGGGGLLLLLL
I gorgoglii si sprecano. A questo punto, per tentare di distrarmi, penso bene di immaginarmi la scena. Penso che sono un Snorky, vivo nel fondo del mare, che bello essere uno Snorky trullallà, e mi metto a ridere, sempre facendo le bolle.
gggghhhlllbbbllllgghghhh
"Ecco, adesso comincia a ridere" dice il carnefice.
"Si vede che è contenta" dice la figona che, come quasi tutte le appartenenti alla categoria, ha la profondità di pensiero di un tacchino.
Oppure si vede che sono alla frutta, penso io, ma non lo riesco a esprimere se non alla solita maniera.
Ad un certo punto arrivo veramente al non plus ultra.
GGGGGGGGGGHHHHHLLLLLLLLLLLLFFRRRFFGGLLLLLLLLLL!!!!!!!!!!
Mentre soffro inarcandomi come se mi avessero scaricato corrente in corpo per rianimarmi, lui tira via il trapano di corsa prima di trasformarmi in Scarface.
"Che c'è!" mi dice togliendomi di bocca tubi tubetti e un quintale di ferraglia
"TI TIRO UN PUGNO!!!!" riesco a dire con una voce che sembro Linda Blair ne l'Esorcista, prima di venire ributtata di nuovo sulla poltrona.
A questo punto le mani che mi tengono inchiodata sono quelle della tipa, mentre lui finisce il suo sterminio di carie, dente, e quant'altro.
"Abbiamo quasi finito!" mi dice lei con un sorriso.
Perché quasi?, penso io, ma anche lì loro approfittano del fatto che non possa parlare per fare qualcosa che assomiglia a una tortura cinese: per fare attaccare bene l'otturazione la tipa mi afferra la lingua con la pinza e me la tira tutta di lato, una roba abominevole!!!
Non ti immaginare, resta seria sennò è finita, non ti immaginare...eh eh eh AHA HA HA HA AH AHA HA HA AH!!!!
"Ancora ridi? Ma che hai da ridere?"
Niente, è che sono a testa in giù, che te c'hai la mania di lavorare col paziente cappottato, e un po' di sangue alla testa, oltre a farmi sentire più distintamente il dolore fisico, ha anche altri effetti collaterali, che vuoi che ti dica...
La tortura è finita. Almeno la prima parte. Perché questo scempio mò lo devo pure pagare.
"Arrivederci a lunedì prossimo" mi dice la figona number one mentre incassa i miei duecento euro. Il suo sorriso risplende quasi, mentre li conta.
domenica 1 marzo 2009
cinefilia
messo al corrente mio fratello di questa mia subitanea tendenza vampirica, l'egregio consanguineo ha immantinente provveduto a fornirmi materiale utile...
no, non si tratta di gente da succhiare, bensì dvd tamarri dei quali è fornitissimo.
ora nella mia dvdteca troneggiano Underworld, Underworld evolution, la leggenda degli uomini straordinari e come no, l'immancabile Van Helsing
ma lasciate che vi intrattenga sulla profondità delle trame di questi cult movies dell'orrido.
dunque, potremmo partire dalla trilogia (ebbene sì, ne uscirà uno a breve nei cinema) di Underworld, che si dedica a narrare l'eterna (?) lotta tra vampiri (la nobiltà e il clero) e i licantropi (il terzo stato). Non vi ricorda forse qualcosa, qualcosa che accadde nel 1789 e portò molte teste a rotolare? Potrebbe sembrare dunque un filtro per osservare la realtà storica, l'eterna lotta marxista tra chi ha i mezzi di produzione e chi ha solo le proprie braccia. Beh, promette bene, mi dico. Poi giro il DVD. E noto che i vampiri vengono descritti come "raffinati ed aristocratici", mentre i licantropi come "esseri brutali che si aggirano nei bassifondi della città". Neutralità al potere, eh? Vabbé, meno male che il casino è iniziato perché una vampira e un licantropo, nella notte dei tempi, hanno fatto zompi-zompi...
Passo dunque a Van Helsing, che è il frutto di uno pseudo-delirio di onnipotenza del proprio autore, che è anche sceneggiatore e regista Stephen Sommers (quello della Mummia, per intenderci - scommetto che se togliamo la maschera a Frankenstein c'è il regista pure lì sotto). Trattasi della storia di un cacciatore di mostri, ma forse rendiamo meglio l'idea se lo definiamo piuttosto "007 del soprannaturale". Infatti il nostro Hugh Jackman, che dal vivo è molto figo, nel film non cambia espressione facciale neppure quando uccide (inavvertitamente, per carità) la propria donna. Oooops, vi ho svelato il finale? Vabbé, tanto è un film uscito nel 2004, e l'unica in Italia (o in Spagna, gicché mi trovavo là) a non averlo visto sono stata io. Ma la cosa più bella non è tanto la figura dell'imperscrutabile Van Helsing, quanto la compagine di mostri che si trova ad affrontare. Dr Jeckill e Mr Hyde, per antipasto, poi Frankestein, indi si dovrà trasformare in Lupo Mannaro per dover attaccare la famiglia intiera del Conte Dracula. Ovviamente le piste e i mezzi glieli fornisce il Vaticano, che non smentisce la propria fama neppure nella fiction più esagerata. Potrei intrattenervi per ore sui dettagli cinematografici della pellicola in questione, ma sarei di parte, in quanto ho sempre tifato per il Conte Dracula, quindi tralasciamo.
Penso, però, che la palma d'oro del delirio di onnipotenza vada piuttosto a "La leggenda degli uomini straordinari", dove mi limiterò a scrivervi ciò che, senza credervi, ho letto in quarta di copertina del DVD:
"Un cacciatore, un guerriero, una vampira, un uomo invisibile, un immortale, una spia, una bestia (!?!) si uniscono quando un pazzo mascherato chiamato The Fantom (pregasi notare, con "F", non con "PH" che siamo italiani) minaccia di scaTTenare (avete letto bene, con due T) l'Apocalisse (buuuum!!!)...." vi risparmio il resto anche se è illuminante.
Che dire? Nulla più. Amen.
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