sabato 6 giugno 2009
alcoolico e nuovi amichetti
mamma quanto tempo che non mi appropinquo... sarà anche il caso di fare il punto della situazione, no?
ma prima è il caso che vi presenti un nuovo amico. Nome in codice: Saimon.
dunque, Saimon è un individuo quantomeno singolare. A prima vista sembra un qualsiasi ragazzo, magari un po' dandy. Poi mangi e dormi con lui (non fraintendete, era ospite a casa nostra) e scopri che:
a) legge i tarocchi, allora te li fai leggere e ci rimani di merda perché lo sa fare davvero e ti dice anche cose che non vorresti sapesse
b) fa i "sogni lucidi", cioè sogna sapendo di farlo, e quindi controllando dall'interno il suo sogno. E lo fa a comando, quindi anche a casa tua
c) nei già citati sogni lucidi incontra presenze che dicono cose che puntualmente si avverano, o fanno cose che hanno un riscontro veritiero sulla realtà, tipo dargli i numeri al lotto, lui li gioca e puntualmente escono
d) le già citate presenze dei già citati sogni lucidi possono anche non essere molto socievoli, come i due che ha sognato a casa tua magari, e che hanno tentato di buttarlo giù dal letto, e magari proprio mentre tu ti sei svegliata perché l'hai sentito gridare e l'hai visto rotolarsi nel futon degli ospiti come se qualcuno lo stesse davvero spingendo
e) se ciò non fosse abbastanza, l'amico Saimon sente le energie provenienti, per esempio, da una città o da un luogo geografico. Scopri così che Porto è carica di oscurità, mentre la Galizia è piena di vita, che la Costa da Morte è degna del nome che porta e che Milano è una belva tendente al maligno a stento tenuta a freno dalle sue vie d'acqua. Se poi tu provi le stesse cose, allora siete in due a essere presi poco sul serio.
Ma stare con Saimon non è poi così male, se ti abitui a convivere con presenze di altre dimensioni e al fatto che di notte esca dal suo corpo fisico e si metta a volare su e giù per l'appartamento. Infatti l'amico conosce un sacco di bei posti nei quali andare a fare una passeggiata corroborante. Il fine settimana scorso, ad esempio, era di ponte, allora, dopo esserci ripresi da un sabato-domenica non-stop di alcool, cartomanzia e onironautica, abbiamo fatto i nostri begli zaini e ci siamo diretti verso il lago di Como. Ora, se volete fare un bel giro, senza incontrare troppa gente, senza fare troppa fatica e stando su bei sentieri circondati da boschi danteschi, fate la via lariana occidentale. Era lunedì, non c'era nessuno e ho potuto fare delle foto stupende al Saimon e a Pablo, così belli insieme che sembravano Bud Spencer e Terence Hill.
Cammina che ti cammina, viene l'ora di cercare un posto dove dormire, ma il rifugio è chiuso. Mierda! Allora torniamo indietro un pezzo, dove c'eravamo fermati nel pomeriggio a fare una sosta tanninica. Davanti alla porta sta seduto a fumare lo stesso tizio del pomeriggio, nella stessa posizione. Chiediamo di poterci fermare per la notte. Esce la moglie che ci offre una soluzione tutto compreso cena pernottamento e prima colazione 40 euri. Ci guardiamo in faccia. Il menù comprende polenta e cinghiale a volontà, dice lei. Ci riguardiamo e ci sorridiamo. Poi saliamo alle camerate. Queste sono all'ultimo piano di questa ex caserma della guardia di finanza messa lì per beccare quelli che van de sfros, cioè i contrabbandieri con la Svizzera. Saimon si attiva tutto e dice che qui è pieno di presenze, e che come minimo i finanzieri si inchiappettavano a vicenda. Dopo questa annotazione decidiamo definitivamente di restare.
Ora, manca ancora un'oretta per la cena, così andiamo a esplorare le vicinanze. A una quindicina di minuti ci sono due cime: su quella di sinistra c'è una chiesetta nella quale si dice sia apparso il demonio (nientemeno, e difatti qui Saimon ammette di averci dormito, quando venne su con la tenda due anni prima), in quella di destra un gregge di pecore che, non appena ci vede, incomincia a puntarci a testa bassa e noi giù a correre per il pendio. Per questo fatto saremo presi in giro da tutti al rifugio, perché a quanto pare basta dare un calcio in faccia a una pecora e le altre smettono di caricare, boh, sarà...
Rinvigoriti dalla fuga dal gregge mefitico, rientriamo al rifugio in tempo per il cinghiale. In tre ne mangiamo uno intero, con un piattazzo di polenta taragna e due litri di vino rosso. Alla fine, dopo un amaro io e due grappini a testa loro, ci sta anche il dolce, 'che la padrona di casa è sì una bestia, ma fa delle torte meravigliose! E poi chiediamo se hanno una chitarra. Il gestore e la moglie si guardano negli occhi con fare d'intesa, e appare una chitarra della madonna, troppo bella per essere lì solo per gli ospiti del rifugio. E infatti. Lui è un trombettista jazz, Saimon (non ve l'ho ancora detto, ma è che ha troppe virtù) è il cantante e chitarrista di un gruppo letteralmente bestiale, e io suono la chitarra e canto, insomma, l'unico inutile era Pablo, il quale però nel frattempo continuava a versarsi grappini per darsi un tono.
Che dire, partì una jam session bellissima, nella quale suonammo la qualsiasi, dal fado a vitti 'na crozza, dal repertorio bifolco del Saimon alla bossa nova, il tutto condito da una quantità di alcool che io già mi disperavo per la notte che mi avrebbero fatto passare quei due. Fu bellissimo, veramente. E poi, in camerata, mentre stavamo per addormentarci all'alba delle due di notte, chi ti arriva? Le bestie a pascolare sotto i finestroni. I due baldi giovani si sono messi a litigare animosamente su che animali fossero, se vacche o cavalli, poi un benedetto raglio mise a tacere ogni discussione e potemmo finalmente prendere sonno.
Beh, concludendo col Saimon ci siamo riproposti di tornare, perché c'è un posto che non siamo riusciti ancora a visitare, ma che, oramai che siamo entrati nel mood saimonico, non possiamo fare a meno di esplorare: il doss dei mort, cioè l'antico lazzaretto-cimitero dove gli abitanti delle vallate mandavano a morire i propri congiunti ammalati di peste. Potevamo farcelo mancare?
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