lunedì 19 gennaio 2009
ARCImortacci!
Lunedì sera, tour de force: esci dal lavoro, corri a casa, prepara la lezione di spagnolo, corri all'ARCI, aspetta l'alunno invisibile, l'alunno invisibile non si materializza nemmeno questa volta (e tutti a dire che la scorsa voltaccen'erano sei ma minimo tiggiuro vabbé sarà per la prossima!) allorché scatti sul bolide, schizzi a fare quella mezza commissione che riesci a infilare tra le otto e un quarto e le nove meno venti, quando è già ora di ripuntare il bolide in direzione ARCI, riinfilarsi nel natural budello della puzzona via che sa di mercato del lunedì e cercare un posteggio non troppo da rimozione.
E poi entri.
Attraversi il corridoio lasciandoti sulla sinistra "la porta della riunione interminabile": sono lì dentro da settembre, tra volantini stampati anche di costa, avanzi di un panettone e (mi sembra, ma magari è un'allucinazione) fumo di sigarette. Passi il bar che sarebbe anche carino se solo qualche volta ci fosse uno straccio di qualcuno a bervi qualcosa. Disturbi irrimediabilmente la lezione di capoeira perché attraversi la roda in pieno e il mestre, con serafico, tropicale sorriso, accenna un saluto a testa in giù, appollaiato sul mignolo, a gambe spalancate con l'alluce teso verso di te in una affascinante e melliflua parodia di combattimento. Scendi le scale che conducono alla sala del baile flamenco, e a riprova di ciò c'è il tablao rivestito di formica, ci sono gli specchi deformanti e, appeso là in fondo, c'è un bel vestito da folclorica un poco battona.
Ma te ne freghi, perché tu sei lì per suonare la chitarra. Gli altri sono già arrivati, si accordano gli strumenti e tu accarezzi la tua Clementina, quanto seibbella Clementina, anche se il primo giorno mi è caduto il poggiapiede e ti ho quasi perforato la cassaarmonica, ora Clementina con quella piccola cicatrice sei ancora più bella! E poi Nelson si siede, lancia un motivo, e mentre tu fai del tuo meglio per massacrarglielo, spalanca la sua enorme bocca da nero cubano e canta:
Guantanameraaaaaaaaa....
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