domenica 22 febbraio 2009

nulla accade per caso


(il dipinto è di viola di massimo; www.violadimassimo.com)

oggi pomeriggio, ore 16, con il secondo bucato del fine settimana, quello del bianco, in centrifuga potente e il mocio in mano osservo pensierosa il pavimento della cucina che si sta asciugando.

sto meditando sui disegni che lasciano gli aloni in fase di asciugatura quando, all'improvviso, il telefono. Mia madre, voce trafelata: "Assunta ha due biglietti per lo Smeraldo!" (Assunta è aiuto sarta nei teatri)
"quando?"
"oggi alle sei"
"minchia!"
"appunto. erano per suo figlio, ma ha bisticciato con la ragazza, e ora ha pensato a te"
"ok, dammi dieci minuti"

mi guardo intorno: la casa è sottosopra, io sono conciata da fare pietà e su facebook troneggia epica la scritta "heavy housewife" quando da casalinga mi devo trasformare in organizzatrice di eventi-procacciatrice di amiche e spettatrice di parsons dance. ma, come direbbe la mia amica marianna, niente ci fa, e per prima cosa mando un sms alla romi. niente da fare, la romi è ko da venerdì sera, troppa salsa. così chiamo anna. ma lei, pur abitando a un tiro di sputo dal teatro, mi dice che, francamente, delle sette arti la danza (osservata) è quella che meno le piace. "Fosse stato un corso di salsa..." Ancora 'sta salsa.

così, mentre sono sotto la doccia, decido di lanciare un appello in facebook, della serie "chi mi ama mi segua". a dire il vero, avrebbe potuto trasformarsi anche in un sondaggio a doppio fine: scoprire chi, dei miei amici, è su internet la domenica pomeriggio e chi, invece, ha una vita sociale, e sperimentare quanti di loro volessero venire con me.

devo dire che, a posteriori, sono contenta dei risultati del sondaggio in questione, ma non potevo saperlo alle cinque quando sono schizzata giù dalle scale (i famosi cinque piani a piedi) e mi sono fiondata in macchina. "dunque, quindici minuti e sono al posteggio della metro, poi altri quindici minuti e sono alla fermata dello smeraldo, in tutto dovrei essere là alle cinque e mezza, perfetto" penso mentre scalo le marce attraversando gli amabili quartieri della periferia sud-ovest dove i tamarri si sono accattati persino i dossi e ora l'asfalto giace triste come una coscia con le smagliature

posteggio della metro, cerco posto cerco posto trovo posto! chiudo la macchina, piglio le scale e timbro il biglietto e... mi metto ad aspettare 'sti sette minuti di metro cazzo! ma niente ci fa ( e due). quando scendo in moscova sono così frastornata dal fatto che ci sia ancora la luce alle sei meno un quarto che non mi oriento e invece di andare verso piazza XXV aprile piglio decisa garibaldi e via! fino a che mi rendo conto che ho sbagliato strada, allora inversione a "U" pedestre e arrivo allo smeraldo alle sei meno dieci.

un fracco di gente fuori, tutti in gruppi di almeno otto persone, che mi guardano arrivare trafelata e ORRORE! sola, oh poveretta, perché mai non sei con nessuno? PERCHé SONO EMANCIPATA, ECCO! mi fiondo alla fila dei biglietti omaggio (che figura di merda, che vergogna, ah, vabbé, non sono sola, guarda quanti che la sfangano, ah furbacchioni!)

quando arriva il mio turno, alla mia destra una ragazza con pelle di un invidiabile color caffelatte e capelli (tantissimi) a cespuglietto chiede un biglietto (UNO SOLO PURE LEI) e tira fuori la carta di credito. al che il mio emisfero sinistro chiede (in italiano) i biglietti, e quello destro le grida (in spagnolo) "para, que te voy a invitar yo, que tengo una entrada màs!"

carramba, che sorpresa!

tutto accade in un attimo, piglio i due biglietti omaggio, la salvo dalle grinfie dell'arpia alla biglietteria che si vede sfuggire da sotto il naso venti euro, e mi avvio a braccetto dissimulando una grande amicizia per salvare almeno un po' la faccia. lei è contenta come una pasqua, saltella quasi dicendo "estoy feliz!!!" e così scopro che è brasiliana!!!!! che figata! il resto procede amabilmente: spettacolo divino (per la parsons dance company le leggi della gravità sono qualcosa che non esiste), ripasso linguistico gratis e grande amicizia con Teresa, di Sao Paulo ma da vent'anni a Milano (porella).

dopo lo spettacolo e il cafezinho abbiamo preso insieme la metro e ci siamo sedute a parlare come due vecchie amiche, e lei faceva qualcosa che io reputo meraviglioso: mi toccava mentre parlava! ah, quanto tempo dovrà passare prima che riesca a sciogliere il ghiaccio milanese che mi impedisce di fare altrettanto? comunque, abbiamo parlato di tutto, di danza e di Milano, di amore e di destino.

e ci siamo salutate con un bel sorriso e con una certezza: nulla accade per caso!

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