giovedì 5 febbraio 2009

rissa da berskha


giovedì 5 centro commerciale

fuori pioggia (posteggio miracoloso) dentro sauna

porta scorrevole che scorre con gagliarda scorrevolezza mentre io scorro dentro con flaccido scoramento post post prandiale

corridoio poi a destra

un negozio, un altro e berskha

odore di polvere e vestiti di qualità scadente

ma economici

economici in crisi economica

odore di ascelle, torbide sensualità compresse in top di una taglia di meno, ma tanto prima dell'estate dimagrisco

piedi sudati, caldo aroma fortemente speziato che alla lunga dà troppo alla testa

mani, fianchi, cosce femminili si strusciano, s'incrociano, languiscono in ambigue boteriane composizioni

magliettine maglioncini pantaloncini come tonni

donne, femmine, ragazze, ex ragazze, carampane, troiette, rifatte, fattone, professoresse, bisessuali, sfigate, lesbiche dichiarate e aspiranti veline come nerobuti siciliani nella mattanza

mani a cercare tessuti incrociano mani, piedi schiacciano alluci dolenti in scarpe troppo strette e un po' alì babà, seni si strofinano all'interno dei capi di qualità scadente che col primo lavaggio stingeranno si restringeranno: la maglia gialla ai poveri dei cassonetti gialli, pescati da uno zingarello acrobata, a testa in giù nel cassonetto giallo

manica di maglia gialla afferrata da una mano inanellata, manica di maglia gialla afferrata da mano con unghie rosicchiate, finite le maniche della maglia gialla. mani che tirano in direzioni opposte. squartamento biblico della maglia gialla.

top rosso ciliegia dai bottoni divelti. pantaloni verdi semicalpestati. top in lurex very zoccola, litigato da due come sopra. jeans tutti irrimediabilmente taglia 36. montagne di maglie per terra, maglioni di lana strappati alle povere pecore ora contesi da due povere vacche.

la cassa batte dling!, la cassiera batte prego!, le commesse battono la fiacca allora?

in fondo, si è un po' tutte battone in un pomeriggio di shopping futurista

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