martedì 22 dicembre 2009

sono una cattiva parente (e faccio regali di merda)


scrivo mentre la città è sommersa da una coltre di neve che fa smadonnare i più. e io pure. tanto per dare un'idea dell'odissea, ieri ci ho messo 7 ore a fare 10 km...

comunque oggi super attiva a partire dalle dieci, quando ho aperto l'occhio destro e mi sono ricordata che, grazie alla neve, la scuola è chiusa e le vacanze sono anticipate di un giorno... bene.

scesa dal letto, ma scesa proprio quasi caduta dato che è un soppalco, ciondolavo beata pregustando il non avere nulla da fare per venti minuti di seguito (cosa che è da agosto che non provavo) quando DRRRIIIIINNN! suonano alla porta. chi è? sono io! la figlia della mia vicina di casa è appena tornata dalla spagna e non sa come accendere il gas di casa propria... vedi, è qui, sul balcone... sì, proprio in mezzo alla neve... sì, lo so che sono in pigiama... no, non mi hai svegliata... (ma che ca??o gli succede a sta manetta del gas?) ... (micci che freddo... ) no, non ho freddo, non ti preoccupare... ecco, vedi? ora apri il gas della cucina. quello sotto il lavandino, no? ecco, funziona? ci sono le bolle d'aria (questa un tubo capisce), ecco fatto, ora ti puoi fare i te... no grazie, non ne voglio una tazza anch'io... va bene, quando hai bisogno chiama (... che io scappo!)

torno a casa congelata. il mio appartamento puzza di broccoli, ma non ho cucinato broccoli ultimamente: saranno le sciure che ci danno dentro dalle cinque di mattina con le pentole e che invadono la canna fumaria, il vanno delle scale, l'ascensore, tutto di odore di cibo super pesante per famiglie super affamate.

tornata in me dopo l'operazione "salviamo un'adolescente da se stessa" ho un altro problema: mi si è congelata l'acqua nei tubi sul balcone, sotto lo scaldabagno. Mi era già successo lo scorso natale, proprio il 25 dicembre. Pronto, Davide? (è il mio idraulico) si, sto bene, grazie, e tu? ah, ok. senti, mi è successa sta cosa, che faccio? come faccio a scaldarlo, è fuori sul balcone! col phon? vabbé. e poi ci metto una copertina intorno? ah... ma sei sicuro che non si possano usare metodi più efficaci, che ne so, avvolgere i tubi in un filamento elettrico... no. vabbé, allora esco col phon" come avrete capito, il mio è un grande idraulico. difatti l'acqua nei tubi mi si è congelata pure quest anno, ma il 20 dicembre, e non il 25. ho ricoperto l'apertura superiore del mobiletto copriscaldabagno col cellophane e con una coperta. ho avvolto lo scaldabagno stesso con un'altra coperta. ho avvolto i tubi nella carta da giornale. il poveretto sembra un senza tetto. e oggi, non appena la temperatura si è avvicinata allo zero, voilà, ha ripreso a funzionare. segno che tutto il mio armatoste non è servito a una beata mazza.

ma veniamo al titolo del post: stamattina ho indossato gli scarponi da montagna, la giacca a vento e lo zaino, e sono andata a fare le commissioni. Dovevo: far partire la lavatrice approfittando della presenza dell'acqua; andare in banca a fare un deposito; passare dai cinesi a prendere i regali di natale per i miei parenti; riportare i regali a casa e stendere i panni; andare a casa di mia madre a farmi la doccia e a mangiare; riportare i libri e il film in biblioteca e raccattare il raccattabile da leggere durante le vacanze; impacchettare i regali.

e fin qui tutto bene: ho svolto egregiamente tutte le mie commissioni. fatto sta che, mentre impacchettavo stasera mi sono resa conto di una cosa: che i regali che ho comprato facevano cagare! eppure la mattina non mi era sembrata una cattiva idea, comprare un po' di cancelleria stupidotta e colorata, brillantinosa e profumata, le tipiche cinesate, e dividerla tra quattro astucci colorati (ho quattro bambini in famiglia che vedo solo durante le feste comandate). stasera, quella che mi era sembrata un'idea geniale si è rivelata la solita cagata della cugina che non sa fare i regali ai piccoli. ma come? non insegni? non sai quali libri piacciono ai bambini? NO! io so quali libri piacciono A ME! non me ne frega nulla di regalare dei libri ai bambini, tanto sbaglio sempre, oppure ce l'hanno già, o lo mettono lì e non lo guardano. insomma, mi sarei messa a piangere. e alla fine ho dedotto che ero semplicemente una cattiva parente, che non c'entra un tubo col parentado organizzato, che si dimentica dei compleanni e degli anniversari (due domeniche fa ho scordato di andare a festeggiare il mio fratellino a metà: mio padre si è incazzato come una biscia. chiamarmi per ricordarmelo no, però...)

ma non è finita qui. a mia nonna, la regina del kitsch, non avevo preso nulla. oddio, a dire la verità avevo preso dai cinesi un cerchietto con le alucce d'angelo e un'aureola di piume bianche. ma stasera mi sono resa conto che sarebbe stato ridicolo regalare questo a mia nonna, così è scattato il riciclone: ho scovato un massaggiatore a raggi infrarossi, che mi aveva dato mia suocera quest'estate, e che era a sua volta un riciclo, dal momento che gliel'aveva regalato sua suocera il natale precedente. 'sto povero massaggiatore arriverà a natale nelle mani di mia nonna, senza la scatola e con le istruzioni in spagnolo. ma d'altronde, si sa, gli imballaggi vanno eliminati quando viaggi... sono proprio una nipote di merda. in compenso sto scrivendo con il cerchietto piumato addosso, e penso che, almeno, ho trovato la mise di capodanno.

a proposito di capodanno, mi sa che ho fatto una figurilla di merda: un'amica mia mi ha scritto per avere la risposta, vado con lei, il suo ragazzo e venti amici a cortona oppure no? spero di sì, rispondo io, e aggiungo: ma è vero che non c'è posto e devo dormire tra voi due? non che mi dispiacerebbe ;) invio sms. silenzio dall'altra parte. silenzio. dopo dieci minuti: c'è anche la zona single, e comunque metteranno giù un altro letto. fammi sapere e salutami il tuo ragazzo. ecco, un'altra che pensa che io sia lesbica, e che mi ricorda che sono fidanzata con un UOMO! e vabbé, una non può nemmeno scherzare... (comunque, detto tra parentesi, sia lui che lei sono due fighi, perciò ... ;)

sento dei rumori... sono arrivati i vicini dalla spagna col furgone! che voglia di lasciare l'andalusia per trasferirsi nel sud ovest milanese... ora però si ricomincia a mangiare jamòn serrano, che era da un po'!

giovedì 9 luglio 2009

e sabato si riparte!!!


quante cose sono successe dall'ultima volta che ho scritto... dunque vediamo:

- settimana in Liguria stupenda, venerdì sono arrivati i ragazzi e li vado a prendere col suzuki come quella vera tamarra che sono; a seguire cena in paese e sabato prima gita: la valle del MALE! basti pensare che il centro della vallata era Triora... domenica torna il bel tempo e noi ci spariamo la valle del BENE con epicentro Dolceacqua e bagnetto a Bordighera. Foto: un sacco! e mi sono pure abbronzata un poco (meno male, perché prima ero verde)

- una settimana di lavoro leggero, e poi via di nuovo in Liguria, stavolta con le mitiche Romi e Chiara, ad Arenzano a far bagni a tutto spiano!!! he he he!!! e via di bronzage...

- l'altro ieri nubifragio a Milano e a me, oltre a percolare acqua dal piano superiore, mi si è allagata la cantina, quindi giù nell'acqua fino alle caviglie a svuotare la benedetta e a portare dalla mamma (o in discarica) le cose... ma ora ho una cantina pulitissima!

- oggi arriva il tecnico a valutare i danni del temporale e si congratula con "mio marito" per la buona organizzazione dell'appartamento... e il "marito" che fa? incassa e si piglia i complimenti e l'immeritato titolo senza battere ciglio... e da allora si fa chiamare "marito"...

- domani lavoro leggero, ripe e poi sabato all'alba via di nuovo, questa volta in Emilia Romagna con la mitica Romi e un'altra amica che non conosco ma che deve essere morta di fame come noialtre per alzarsi all'alba per risparmiare venti euro... non so che dire, Ravenna è una città della quale ho sempre sentito parlare e che ho studiato un sacco di volte, ma nella quale non ero mai stata. Sono emozionata e felice, lo zainetto mi fa l'occhiolino e la macchina fotografica scalpita, già sapete. Ma ho un motivo in più per essere tesa: finalmente potrò rendere omaggio al padre della nostra lingua, al compagno di tanti anni di studi e di sogni, e al Sommo Poeta. Signori, il sogno di ogni letterato: visitare la tomba di Dante!

E con l'emozione che "mi fa tremar le vene e i polsi" vi saluto. Un bacio!!!

lunedì 22 giugno 2009

sono stanchissimaaaaaaa (ma domani partooooooo)


ho appena finito gli esami e mi sta scendendo tutta l'adrenalina... sono distrutta: che gli alunni non credano che i prof se ne fregano. almeno, io non me ne frego per niente.

ora non ho nemmeno le forze di andare all'esselunga. così ci ho mandato pablo, che se vuole che stasera gli prepari burritos mi deve portare a casa due avogados, e io non mi muovo da qui.

se raccatto le forze, e le raccatto di certo, domani vado in Liguria e ci resto tutta la settimana.

programmone etnografico-culturale: esplorazione dell'entroterra della provincia di Imperia, con scientifico accanimento sull'Occitania italiana e su Triora, paese delle streghe.

perché? ma perché a me l'antropologia m'attizza, e che volete che vi dica? e allora parto con la mia matiz "Cochina" superaccessoriata, e nello zaino metto:
la scarpa da trekking
la macchina fotografica
il taccuino
2 bic
Morfologia della fiaba di Propp
Le radici storiche dei racconti di fate di Propp
Fiabe italiane raccolte e trascritte da Italo Calvino
la borraccia
la crema solare
il costume da bagno
l'infradito da spiaggia
la schiscetta
la bandana
gli occhiali da sole
le cicche
gli antistaminici
i cerotti
...
mio padre (opzionale, ma ha le chiavi della casa al mare)

bene, vestiti e cibo a parte, dovrei avere tutto. Pablo mi raggiunge per il fine settimana con il mitico Saimon e nel frattempo io mi faccio tutti i giretti da sola come una vera posseduta, parlando coi vecchietti, andando in biblioteca, magnando tipico e schiacciando penniche sui trenini a scartamento ridotto.

aaaaaahhhh benedetta sia l'estate!!!!!

lunedì 8 giugno 2009

sento che succederà qualcosa...



questa (bellissima) foto è di Dug

Sarà per le frequentazioni degli ultimi tempi, sarà per il tempo instabile che da qualche giorno attanaglia la padania, ma sento, sento, fortissimamente sento che sta per succedere qualcosa. Che cosa? Boh!

Forse è l'avvicinarsi delle vacanze estive, e questo senso di incertezza e desiderio di andarmene che mi prende ogni volta che la primavera volge all'estate.

A me non piace molto andare lontano durante l'inverno. D'inverno sto bene a casina. Ma non tentate di tenermi qui d'estate.

L'estate è fatta per prendere lo zaino, la tenda e il sacco a pelo.

Per riempire il serbatoio di benzina e la macchina fotografica di... memoria (che triste!).

L'estate è bici lungo il Naviglio, e camminate sui sentieri alpini.

L'estate è boschi e profumo di pineta, è mare e pelle abbronzata, è cielo sereno e pioggia sulla tenda.

é cucinare sul fornellino in Francia e rimpinzarsi di aringhe alla griglia respirando l'Atlantico.

è l'autostrada che attraversa la Castilla e l'abbraccio degli eucalipti in Galizia.

è la terra rossa della Meseta, sono i campi dorati di Machado, sono le pietre grigie di Santiago.

è il formaggio Camembert che si scioglie nella baguette morsicata mentre guido, è il pulpo a feira servito su un piatto di legno.

è la danza bretone che ballo concentrata, è la danza gallega che ballo saltando, è il flamenco che ballo sinuosa, è una danza tonta che ballo ridendo

è la chitarra che mi attende per cantare vecchie canzoni. sono le voci e gli accenti a me cari

è una famiglia felice che mi aspetta alla fine del viaggio, come ogni estate, come ogni anno e per dirmi: bienvenida!

sabato 6 giugno 2009

alcoolico e nuovi amichetti


mamma quanto tempo che non mi appropinquo... sarà anche il caso di fare il punto della situazione, no?

ma prima è il caso che vi presenti un nuovo amico. Nome in codice: Saimon.

dunque, Saimon è un individuo quantomeno singolare. A prima vista sembra un qualsiasi ragazzo, magari un po' dandy. Poi mangi e dormi con lui (non fraintendete, era ospite a casa nostra) e scopri che:
a) legge i tarocchi, allora te li fai leggere e ci rimani di merda perché lo sa fare davvero e ti dice anche cose che non vorresti sapesse
b) fa i "sogni lucidi", cioè sogna sapendo di farlo, e quindi controllando dall'interno il suo sogno. E lo fa a comando, quindi anche a casa tua
c) nei già citati sogni lucidi incontra presenze che dicono cose che puntualmente si avverano, o fanno cose che hanno un riscontro veritiero sulla realtà, tipo dargli i numeri al lotto, lui li gioca e puntualmente escono
d) le già citate presenze dei già citati sogni lucidi possono anche non essere molto socievoli, come i due che ha sognato a casa tua magari, e che hanno tentato di buttarlo giù dal letto, e magari proprio mentre tu ti sei svegliata perché l'hai sentito gridare e l'hai visto rotolarsi nel futon degli ospiti come se qualcuno lo stesse davvero spingendo
e) se ciò non fosse abbastanza, l'amico Saimon sente le energie provenienti, per esempio, da una città o da un luogo geografico. Scopri così che Porto è carica di oscurità, mentre la Galizia è piena di vita, che la Costa da Morte è degna del nome che porta e che Milano è una belva tendente al maligno a stento tenuta a freno dalle sue vie d'acqua. Se poi tu provi le stesse cose, allora siete in due a essere presi poco sul serio.

Ma stare con Saimon non è poi così male, se ti abitui a convivere con presenze di altre dimensioni e al fatto che di notte esca dal suo corpo fisico e si metta a volare su e giù per l'appartamento. Infatti l'amico conosce un sacco di bei posti nei quali andare a fare una passeggiata corroborante. Il fine settimana scorso, ad esempio, era di ponte, allora, dopo esserci ripresi da un sabato-domenica non-stop di alcool, cartomanzia e onironautica, abbiamo fatto i nostri begli zaini e ci siamo diretti verso il lago di Como. Ora, se volete fare un bel giro, senza incontrare troppa gente, senza fare troppa fatica e stando su bei sentieri circondati da boschi danteschi, fate la via lariana occidentale. Era lunedì, non c'era nessuno e ho potuto fare delle foto stupende al Saimon e a Pablo, così belli insieme che sembravano Bud Spencer e Terence Hill.

Cammina che ti cammina, viene l'ora di cercare un posto dove dormire, ma il rifugio è chiuso. Mierda! Allora torniamo indietro un pezzo, dove c'eravamo fermati nel pomeriggio a fare una sosta tanninica. Davanti alla porta sta seduto a fumare lo stesso tizio del pomeriggio, nella stessa posizione. Chiediamo di poterci fermare per la notte. Esce la moglie che ci offre una soluzione tutto compreso cena pernottamento e prima colazione 40 euri. Ci guardiamo in faccia. Il menù comprende polenta e cinghiale a volontà, dice lei. Ci riguardiamo e ci sorridiamo. Poi saliamo alle camerate. Queste sono all'ultimo piano di questa ex caserma della guardia di finanza messa lì per beccare quelli che van de sfros, cioè i contrabbandieri con la Svizzera. Saimon si attiva tutto e dice che qui è pieno di presenze, e che come minimo i finanzieri si inchiappettavano a vicenda. Dopo questa annotazione decidiamo definitivamente di restare.

Ora, manca ancora un'oretta per la cena, così andiamo a esplorare le vicinanze. A una quindicina di minuti ci sono due cime: su quella di sinistra c'è una chiesetta nella quale si dice sia apparso il demonio (nientemeno, e difatti qui Saimon ammette di averci dormito, quando venne su con la tenda due anni prima), in quella di destra un gregge di pecore che, non appena ci vede, incomincia a puntarci a testa bassa e noi giù a correre per il pendio. Per questo fatto saremo presi in giro da tutti al rifugio, perché a quanto pare basta dare un calcio in faccia a una pecora e le altre smettono di caricare, boh, sarà...

Rinvigoriti dalla fuga dal gregge mefitico, rientriamo al rifugio in tempo per il cinghiale. In tre ne mangiamo uno intero, con un piattazzo di polenta taragna e due litri di vino rosso. Alla fine, dopo un amaro io e due grappini a testa loro, ci sta anche il dolce, 'che la padrona di casa è sì una bestia, ma fa delle torte meravigliose! E poi chiediamo se hanno una chitarra. Il gestore e la moglie si guardano negli occhi con fare d'intesa, e appare una chitarra della madonna, troppo bella per essere lì solo per gli ospiti del rifugio. E infatti. Lui è un trombettista jazz, Saimon (non ve l'ho ancora detto, ma è che ha troppe virtù) è il cantante e chitarrista di un gruppo letteralmente bestiale, e io suono la chitarra e canto, insomma, l'unico inutile era Pablo, il quale però nel frattempo continuava a versarsi grappini per darsi un tono.

Che dire, partì una jam session bellissima, nella quale suonammo la qualsiasi, dal fado a vitti 'na crozza, dal repertorio bifolco del Saimon alla bossa nova, il tutto condito da una quantità di alcool che io già mi disperavo per la notte che mi avrebbero fatto passare quei due. Fu bellissimo, veramente. E poi, in camerata, mentre stavamo per addormentarci all'alba delle due di notte, chi ti arriva? Le bestie a pascolare sotto i finestroni. I due baldi giovani si sono messi a litigare animosamente su che animali fossero, se vacche o cavalli, poi un benedetto raglio mise a tacere ogni discussione e potemmo finalmente prendere sonno.

Beh, concludendo col Saimon ci siamo riproposti di tornare, perché c'è un posto che non siamo riusciti ancora a visitare, ma che, oramai che siamo entrati nel mood saimonico, non possiamo fare a meno di esplorare: il doss dei mort, cioè l'antico lazzaretto-cimitero dove gli abitanti delle vallate mandavano a morire i propri congiunti ammalati di peste. Potevamo farcelo mancare?

mercoledì 18 marzo 2009

Decalogo per le famiglie in tempo di crisi


Dopo il decreto anticrisi, dieci consigli "pratici" per resistere con creatività. Non tutto il male vien sempre per nuocere e l'attuale fase di crisi è anche un'opportunità per modificare i nostri comportamenti e dedicare più attenzione all'economia familiare.

In primo luogo è fondamentale far tesoro di un detto giapponese che recita "caduto 7 volte, rialzato 8 volte": cadere è spesso inevitabile, ed è tanto più spiacevole quando ciò non avviene per responsabilità propria. Ciò che è fondamentale, però, è trovare sempre la volontà di rialzarsi e guardare avanti e lontano. Qualche suggerimento di comportamento, per non essere usurati dalla crisi, può essere utile, come occasione per rafforzarsi e, perché no, provare a migliorare la qualità della vita.

1. Stare insieme: perché nelle fasi avverse i "gruppi", siano esse famiglie allargate o gruppi di amici, assorbono meglio le conseguenze dell'incertezza e del rischio crescente, e la dilagante incertezza è il segno distintivo della crisi in corso. Creare gruppi di acquisto o ritrovare un gruppo di amici restituisce un po' di certezze e permette qualche risparmio.

2. Migliorarsi sul piano professionale: non è mai troppo tardi per acquisire nuove conoscenze o rafforzare quelle esistenti e l'occasione di più tempo libero è un'opportunità per occasioni professionali future e in ogni caso uno spazio ignoto di soddisfazione e realizzazione.

3. Scoprire occasioni nuove di convenienza per la spesa quotidiana: accurate analisi condotte negli Stati Uniti dimostrano che il risparmio (almeno il 10%) dipende dal tempo dedicato alla ricerca dei prezzi più bassi, con acquisti più frequenti per sfruttare al meglio le promozioni.

4. Eliminare gli sprechi nei consumi quotidiani: da un'indagine in Gran Bretagna emerge che le famiglie inglesi sprecano circa un terzo di ciò che acquistano e circa un quinto di ciò sarebbe riutilizzabile. Patate, mele, pomodori, pane, uva, yogurt, cioccolato, sono esempi di alcuni beni che vengono spesso gettati via interi, ma ancora utilizzabili.

5. Vivere verde, nel senso di utilizzare al meglio le opportunità di energie alternativa, ridurre i consumi energetici, usare di più i mezzi pubblici e meno quelli privati, camminare, usare la bicicletta (e migliorare la salute). Berlino o Copenaghen sono città certamente più fredde di Milano, Roma o Napoli, ma piene di biciclette anziché di auto o motorini.

6. Controllare i costi come le fatture, le bollette, gli estratti conti delle banche. L'aumento si annida nei dettagli di piccole spese aggiuntive, spesso di difficile comprensione, negli addebiti automatici, che spesso arrivano a sommare centinaia di euro all'anno. Non esitare mai nel chiedere spiegazioni e non accontentarsi di spiegazioni spesso non convincenti.

7. Usare internet in modo sistematico: i costi di comunicazione telefonica possono essere ridimensionati attraverso l'uso gratuito del computer come telefono. Inoltre, il web consente di ridurre i costi di acquisto dei giornali e di trovare con maggiore facilità le opportunità di acquisto o scambio a vantaggioso.

8. Chiedere più pareri sulle questioni di rilevanza economica che si devono affrontare: l'informazione diffusa rappresenta una sorta di mercato delle idee, fra le quali poter scegliere la soluzione più conveniente e congeniale, dal medico o il dentista, all'elettrodomestico da cambiare;

9. Dare il buon esempio con i figli sul come affrontare con energia e dignità le difficoltà del vivere quotidiano: le ricerche ci dicono che soprattutto sui bambini più piccoli ciò esercita un'influenza duratura che influenza i comportamenti di una vita. È sufficiente ascoltare la nonna o il nonno che erano bambine o bambini durante la crisi degli anni '30.

10. Pensare diverso: aiuta a identificare meglio i problemi e le loro possibili soluzioni. Se qualcosa sta insegnando questa crisi è quanto possa essere epidemico il pensiero unico e negativo sul futuro. L'economia si alimenta di aspettative positive sul futuro: per davvero l'economia migliora se tutti pensano positivo, ma se anche solo uno pensa positivo quell'unico ne uscirà prima.

Non è certo un decalogo dei miracoli, ma forse un esempio del come le virtù del coraggio e della tenacia possono aiutare a riemergere dalla crisi, con una qualità della vita più sobria e migliore.

domenica 8 marzo 2009

due blogghini



di due grandi donne:

il primo è http://malalaijoyaitalia.blogspot.com/ Malalai Joya è una deputata afgana da anni in lotta con i fondamentalismi e i signori della guerra del suo paese

il secondo è http://neddagottardi.splinder.com/post/19998914#comment il blog è di nonna nedda, 88enne blogger!!!

buona visione e buona festa della donna

venerdì 6 marzo 2009

Estranha forma de vida


Foi por vontade de Deus
que eu vivo nesta ansiedade.
Que todos os ais são meus,
Que é toda a minha saudade.
Foi por vontade de Deus.

Que estranha forma de vida
tem este meu coração:
vive de forma perdida;
Quem lhe daria o condão?
Que estranha forma de vida.

Coração independente,
coração que não comando:
vive perdido entre a gente,
teimosamente sangrando,
coração independente.

Eu não te acompanho mais:
para, deixa de bater.
Se não sabes onde vais,
porque teimas em correr,
eu não te acompanho mais.

Amália Rodrigues

giovedì 5 marzo 2009

As cores da transparençia


Nesta cidade onde o sol quase não se vê
moro eu, que sou filha da chuva.

Desta água nasci, nesta água vou morrer
por ser filha da chuva.

Nesta chuva vivo, gosto disso.
Nesta chuva amo, gosto disso.

Nesta chuva vou diluir as lágrimas
que são chuva também.

Nesta chuva vai ficar você
olhando-me sim ver-me.

Porque eu sou feita de chuva
e tenho as cores da transparençia.

lunedì 2 marzo 2009

la cognizione del dolore


Oggi, come ogni lunedì, dentista. Una infinita serie di otturazioni, estirpazioni, sbiancamenti, raddrizzamenti, allargamenti e speriamo che almeno la lingua me la lascino al suo posto o non me la ritrovi un giorno che penzola da un orecchio.

Entro nella sala d'aspetto che sembra quella di una beauty farm e litigo, come ogni volta, con la macchinetta distributrice automatica dei soprascarpe di plastica. L'assistente di poltrona, figona number one con un sorriso innaturalmente fluorescente, mi trilla di accomodarmi. Io, che di trillante non ho più manco il telefono, striscio sulla passerella antibatterica pensando ai casi della vita.

La poltrona. Mi siedo, mi ci sdraio, e mezza m'abbiocco.

"Come va?" arriva lui, abbronzato, senza nemmeno una ruga, rilassato e col solito sorriso Durban's.
"Bene" dico io, già in guardia
"Sei stanca?" (è un modo carino per dirmi che ho le occhiaie e sono un po' sbattutella. Grazie)
"Un po'. é lunedì" (e che c'entra? Io ho sempre la stessa faccia, anzi, può solo peggiorare)
"Ma tu a che ora smetti di lavorare?" Mi chiede mentre armeggia con il computer per vedere che cosa devo fare
"Alle quattro e mezza"
"E che cosa vuoi di più dalla vita?" e ride.
Al che io apro gli occhi, esco definitivamente dal torpore e gli rispondo "Vuoi fare cambio di stipendio?"
Fine della conversazione.

Arriva l'assistente di poltrona figona number two, mi guardano entrambi in bocca, al che lui dice una frase raggelante:
"Vuoi l'anestesia?"
Se me lo chiede vuol dire che stavolta farà male, penso io.
"No, se non è necessario" rispondo io
"Ok"

Appena accende il trapano, capisco che è troppo tardi per tornare indietro.
A un cenno, senza parlare, in due mi spalancano la bocca come fa un domatore con le fauci di un leone (la maledetta carie è bene in fondo) e giù di fresa.

Me cago en to'!!!! All'inizio niente più che un fastidio, poi porca miseria arriviamo al dunque, il tizio ravana sul nervo che è un piacere e allora comincio ad agitarmi.
"Stai ferma se no ti frullo (!) la guancia"
Al che io, immaginatevi la prospettiva, incomincio a gemere, ma siccome mi sta spruzzando acqua in bocca da una parte e me la sta aspirando dall'altra, riesco solo a gorgogliare un gggrrrrrllllllllbbbggrrrrlllll
"Allora questa anestesia la vuoi sì o no?" mi levano spruzzini e aspirini di bocca.
"NO!" Grido io manco fossi sul set di Garage Olimpo
"Come vuoi" me li rimettono e andante con brio.

Minchia, quando il gioco si fa duro, il dentista incomincia a divertirsi.
Riaccende il trapano, tra lui e la tipa mi aprono talmente la bocca che praticamente me la squadernano, e, come se non bastasse il fatto che mi usino come un tavolino per i ferri del mestiere, per tenermi ferma l'animale mi piazza pure un gomito sullo sterno.

GGGGRRRRRRRRLLLLLHHHGGGRRRRRLLLLLMMFFFRGGGGLLLLLL

I gorgoglii si sprecano. A questo punto, per tentare di distrarmi, penso bene di immaginarmi la scena. Penso che sono un Snorky, vivo nel fondo del mare, che bello essere uno Snorky trullallà, e mi metto a ridere, sempre facendo le bolle.
gggghhhlllbbbllllgghghhh
"Ecco, adesso comincia a ridere" dice il carnefice.
"Si vede che è contenta" dice la figona che, come quasi tutte le appartenenti alla categoria, ha la profondità di pensiero di un tacchino.
Oppure si vede che sono alla frutta, penso io, ma non lo riesco a esprimere se non alla solita maniera.

Ad un certo punto arrivo veramente al non plus ultra.

GGGGGGGGGGHHHHHLLLLLLLLLLLLFFRRRFFGGLLLLLLLLLL!!!!!!!!!!

Mentre soffro inarcandomi come se mi avessero scaricato corrente in corpo per rianimarmi, lui tira via il trapano di corsa prima di trasformarmi in Scarface.

"Che c'è!" mi dice togliendomi di bocca tubi tubetti e un quintale di ferraglia
"TI TIRO UN PUGNO!!!!" riesco a dire con una voce che sembro Linda Blair ne l'Esorcista, prima di venire ributtata di nuovo sulla poltrona.
A questo punto le mani che mi tengono inchiodata sono quelle della tipa, mentre lui finisce il suo sterminio di carie, dente, e quant'altro.

"Abbiamo quasi finito!" mi dice lei con un sorriso.
Perché quasi?, penso io, ma anche lì loro approfittano del fatto che non possa parlare per fare qualcosa che assomiglia a una tortura cinese: per fare attaccare bene l'otturazione la tipa mi afferra la lingua con la pinza e me la tira tutta di lato, una roba abominevole!!!

Non ti immaginare, resta seria sennò è finita, non ti immaginare...eh eh eh AHA HA HA HA AH AHA HA HA AH!!!!

"Ancora ridi? Ma che hai da ridere?"

Niente, è che sono a testa in giù, che te c'hai la mania di lavorare col paziente cappottato, e un po' di sangue alla testa, oltre a farmi sentire più distintamente il dolore fisico, ha anche altri effetti collaterali, che vuoi che ti dica...

La tortura è finita. Almeno la prima parte. Perché questo scempio mò lo devo pure pagare.

"Arrivederci a lunedì prossimo" mi dice la figona number one mentre incassa i miei duecento euro. Il suo sorriso risplende quasi, mentre li conta.

domenica 1 marzo 2009

cinefilia


messo al corrente mio fratello di questa mia subitanea tendenza vampirica, l'egregio consanguineo ha immantinente provveduto a fornirmi materiale utile...

no, non si tratta di gente da succhiare, bensì dvd tamarri dei quali è fornitissimo.

ora nella mia dvdteca troneggiano Underworld, Underworld evolution, la leggenda degli uomini straordinari e come no, l'immancabile Van Helsing

ma lasciate che vi intrattenga sulla profondità delle trame di questi cult movies dell'orrido.

dunque, potremmo partire dalla trilogia (ebbene sì, ne uscirà uno a breve nei cinema) di Underworld, che si dedica a narrare l'eterna (?) lotta tra vampiri (la nobiltà e il clero) e i licantropi (il terzo stato). Non vi ricorda forse qualcosa, qualcosa che accadde nel 1789 e portò molte teste a rotolare? Potrebbe sembrare dunque un filtro per osservare la realtà storica, l'eterna lotta marxista tra chi ha i mezzi di produzione e chi ha solo le proprie braccia. Beh, promette bene, mi dico. Poi giro il DVD. E noto che i vampiri vengono descritti come "raffinati ed aristocratici", mentre i licantropi come "esseri brutali che si aggirano nei bassifondi della città". Neutralità al potere, eh? Vabbé, meno male che il casino è iniziato perché una vampira e un licantropo, nella notte dei tempi, hanno fatto zompi-zompi...

Passo dunque a Van Helsing, che è il frutto di uno pseudo-delirio di onnipotenza del proprio autore, che è anche sceneggiatore e regista Stephen Sommers (quello della Mummia, per intenderci - scommetto che se togliamo la maschera a Frankenstein c'è il regista pure lì sotto). Trattasi della storia di un cacciatore di mostri, ma forse rendiamo meglio l'idea se lo definiamo piuttosto "007 del soprannaturale". Infatti il nostro Hugh Jackman, che dal vivo è molto figo, nel film non cambia espressione facciale neppure quando uccide (inavvertitamente, per carità) la propria donna. Oooops, vi ho svelato il finale? Vabbé, tanto è un film uscito nel 2004, e l'unica in Italia (o in Spagna, gicché mi trovavo là) a non averlo visto sono stata io. Ma la cosa più bella non è tanto la figura dell'imperscrutabile Van Helsing, quanto la compagine di mostri che si trova ad affrontare. Dr Jeckill e Mr Hyde, per antipasto, poi Frankestein, indi si dovrà trasformare in Lupo Mannaro per dover attaccare la famiglia intiera del Conte Dracula. Ovviamente le piste e i mezzi glieli fornisce il Vaticano, che non smentisce la propria fama neppure nella fiction più esagerata. Potrei intrattenervi per ore sui dettagli cinematografici della pellicola in questione, ma sarei di parte, in quanto ho sempre tifato per il Conte Dracula, quindi tralasciamo.

Penso, però, che la palma d'oro del delirio di onnipotenza vada piuttosto a "La leggenda degli uomini straordinari", dove mi limiterò a scrivervi ciò che, senza credervi, ho letto in quarta di copertina del DVD:
"Un cacciatore, un guerriero, una vampira, un uomo invisibile, un immortale, una spia, una bestia (!?!) si uniscono quando un pazzo mascherato chiamato The Fantom (pregasi notare, con "F", non con "PH" che siamo italiani) minaccia di scaTTenare (avete letto bene, con due T) l'Apocalisse (buuuum!!!)...." vi risparmio il resto anche se è illuminante.

Che dire? Nulla più. Amen.

venerdì 27 febbraio 2009

de cuando fui una dark


ebbene sì, sono stata una dark anche io

avevo diciassette anni, ero alta uno e sessantotto (beh, lo sono ancora) e pesavo 47 chili (quelli ora non più)

ci tenevo ad essere pallidissima, mi ero tinta i capelli di rosso scuro (rosso sangue, niente meno) e li tenevo lunghi, divisi in due bande che mi davano un'aria molto funerea

ovviamente il mio guardaroba non aveva altri colori che il nero, ma era molto più spinto di quello di oggi: minigonne svolazzanti con gli anfibi, top che lasciavano allo scoperto la pancia anche d'inverno, maglioni talmente lunghi che li usavo come un vestito e così via... oggi apparterrei a pieno titolo all'infelice categoria degli emo

non sono mai arrivata a pittarmi le unghie di nero perché mi faceva un po' senso, però la mia festa preferita era Halloween, la mia colonna sonora era "Il fantasma dell'Opera" e scrivevo con una stilografica a inchiostro rosso

perché vi racconto tutto questo? perché tutti abbiamo un passato, innanzitutto (come disse carla bruni a sarkozy, ho un passato pure io ed è di quando vivevo nel paese che ora governa questo minchione, meno male che me ne sono andata)

poi perché, altrimenti, non riuscirei a spiegarmi l'insana passione per il vampirismo che mi ha presa da un po' di tempo a questa parte

è un revival dell'adolescenza, non c'è altra spiegazione

oppure...

... non sarà che quel tizio che amava mordermi sul collo...?

giovedì 26 febbraio 2009

vita (e morte) di una blogger facile


stasera, come quasi ogni sera, entro nel blog per vedere se qualcuno, oltre che leggere i miei post e stare schiscio, se moja y me escribe algo también...

beh, sono stata contenta di trovare un commento, e per di più firmato.

poi esco dal post, mi fo un giretto sulla pagina principale e che ti scopro? che mi sono unita a un altro blog SENZA NEPPURE SAPERLO! ma posso io essere una blogger così facile?

intendiamoci, l'altro blog mi piace un casino, è scritto benissimo ed è un piacere leggerlo, ma... di chi é?

quindi il punto è, vediamo se mi spiego con una metafora, non è che, se la sera prima ti sei lasciata andare un po' troppo e la mattina dopo ti ritrovi nel letto un perfetto sconosciuto ciò implica che quello che è successo durante la notte non ti sia piaciuto, ma almeno vorresti ricordare come tutto è iniziato, e magari con chi!

o voi dite che non è strettamente indispensabile? mah

comunque, stasera il braz-crucco mi ha chiesto con espressione vacua se fossi sempre così contenta, e se non avessi mai magoas, cioè dispiaceri. il tutto è iniziato perché stavo canticchiando qualcosa a voce bassissima, e lui, che evidentemente (evidentemenci) non tollera il minimo rumore in classe sua, me l'ha subito fatto notare. oltretutto mi ha interrotta mentre cantavo, che se c'è una cosa che mi fa incazzare di più è solo quando ti bussano alla porta del bagno chiedendo "Hai quasi finito?". e io che gli ho risposto? NAO, NAO TENHO MAGOAS NUNCA! alla faccia tua tié

ma non è finita: stavamo studiando il verbo IR, che in certe circostanze può essere equiparabile al to be going to inglese, o più comodamente (comodamenci) al "voy a + infinito" spagnolo, insomma è una perifrasi per indicare il futuro. Allora il braz-crucco si gira e ci chiede quali sono gli unici due verbi che non ammettono questa costruzione (non vi sembri strano il fatto che ci chieda le cose prima di avercele spiegate, è il suo modo per dirci che ci stima). Io, non so come non so perché, dico (ma a voce bassissima) "vivir e morir". Ma lui ha il radar nelle orecchie, si gira di colpo mi viene vicino e mi dice che quelle sono le due uniche cose sicure dell'esistenza, e che tutti dobbiamo morire, lui ed io compresi.

Ora, voi come avreste reagito? Io ho trattenuto il mio pugno destro a stento, perché il suo mento era perpendicolare su di me e sarebbe stato troppo facile mandarlo lungo e disteso. Invece no, dal momento che sono una vera signora, l'ho guardato fisso negli occhi senza pronunciare sillaba.

Ma dentro di me, con l'accento meno brasiliano e più portoghese che sono riuscita a trovare, ho sibilato: "Pode ser, mais vocé va morir antes".

mercoledì 25 febbraio 2009

draculescu


bidonata da un amico che tampino da secoli perché suoni il piano in mia presenza (apro parentesi: uno che ha il diploma di pianoforte e non suona mai è come pamela anderson in scafandro: uno spreco. chiudo parentesi), ho deciso di affogare i dispiaceri nel trash, oltretutto slightly illegal

detto- fatto vado su youtube e digito "Van Helsing" - ovviamente qualche malato che l'ha caricato interamente (interamenci) c'è, e me lo vedo.

Dopo 'sti 120 minuti deduco che:
a. Van Helsing 'um me piace
b. Dracula ME PIACE, ME PIACE
c. ho un piano per salvare il nostro paese dalla xenofobia

infatti ho analizzato nel profondo le cause dell'"attizzamento", se così si possono definire, pseudo-scientificamente, le sensazioni provate durante la visione del sopracitato vampiro, e ho dedotto che sono le seguenti:
1. il vampiro attizza perché è elegante, beneducato, veste un po' old fashioned e sa ballare IN COPPIA NON QUELLE SCHIFEZZE DA AUTISTICI che ci propinano nelle discoteche
2. il vampiro è violento ma dolce, tragico e seduttore, un po' morto ma ancora sessualmente attivissimo
3. il vampiro è poligamo, cioè non si farà tanti problemi se anche noi, ogni tanto, eh? dico io

e fino a qui, voi mi direte, che c'entra la xenofobia?

beh, tenetevi forte, perché il prossimo punto è la chiave:

4. il vampiro attizza perché parla da vampiro! cioè con l'accento transilvano. E dove si trova la Transilvania, eh? Dove si trova, ditemelo voi? IN ROMANIA SI TROVA! Ergo, seguite il sillogismo, Dracula attizza - Dracula parla romeno - i romeni attizzano

ora io dico, non risolveremmo la xenofobia se dicessimo alle italiane che i romeni sono direttamente vampiri?!?

martedì 24 febbraio 2009

vamos adeante


proseguono le lezioni di brasiliano

ho secchiato un po' meno questa settimana, ma un occhio gliel'ho comunque dato, sennò il braz-crucco mi avrebbe fulminato

ma, incomprensibilmente, è andato tutto bene, non mi ha neppure interrogato. Ha però insistito per sapere chi avesse scoperto il Brasile, e io mi ricordavo che finiva in "al", così ho detto Pedro Casal, e si è tutto inviperito... PEDRO ALVARES CABRAL! ha sibilato poi. meno male che non sa che lavoro faccio, sennò inizierebbe la mia gogna. Se mi chiede qualcosa dico che sono gelataia. Ma solo d'estate. E solo in Liguria.

La Pina (la figlia dell'Amazzonia delle puntate precedenti) invece mi è andata in pallone totale. Sarà perché il vecchiazzo number one le era seduto a fianco e la tampinava mica da ridere. O forse per qualcos'altro. Ah, ma io gliel'avevo detto: "Non metterti seduta nell'angolo, ci sono vortici di negatività". E lei: "Figurati, io a queste cose non ci credo!" E invece avrebbe dovuto. Da quando si è seduta là, non ha spiccicato una parola e le tre cose che le sono state chieste le ha confuse. A me la volta scorsa era successa la stessa cosa. Potere dell'angolo sfigogeno.

Io invece mi sono lanciata: il braz-crucco finalmente si è accorto che esisto e che sono determinata a imparare la lingua, insomma, sono la sua secchiona. Ora, ogni tanto, sembra che mi osservi con espressione quasi umana. Decisamente durante le mie, di lezioni, non si toccava con mano il terrore come nelle sue.

Comunque, dopo la lezione mi sono fermata a vedere un film con Teresa, la mia nuova amica: "O' paì, ò". Bellissimo, sperimentale, camera a mano e colori accesi, questo film-musical è ambientato in un quartiere di Salvador de Bahia durante l'ultimo giorno di carnevale. è una tragedia travestita da commedia. O viceversa. Un angolo di mondo strabordante saudade e sensualità dove la vita e la morte ballano insieme a ritmo di samba. Insomma, se potete, guardatelo.

E se siete a Milano (Milao) perché non fate un salto all'IBRIT, tanto che ci siete?

Beijinhos

domenica 22 febbraio 2009

nulla accade per caso


(il dipinto è di viola di massimo; www.violadimassimo.com)

oggi pomeriggio, ore 16, con il secondo bucato del fine settimana, quello del bianco, in centrifuga potente e il mocio in mano osservo pensierosa il pavimento della cucina che si sta asciugando.

sto meditando sui disegni che lasciano gli aloni in fase di asciugatura quando, all'improvviso, il telefono. Mia madre, voce trafelata: "Assunta ha due biglietti per lo Smeraldo!" (Assunta è aiuto sarta nei teatri)
"quando?"
"oggi alle sei"
"minchia!"
"appunto. erano per suo figlio, ma ha bisticciato con la ragazza, e ora ha pensato a te"
"ok, dammi dieci minuti"

mi guardo intorno: la casa è sottosopra, io sono conciata da fare pietà e su facebook troneggia epica la scritta "heavy housewife" quando da casalinga mi devo trasformare in organizzatrice di eventi-procacciatrice di amiche e spettatrice di parsons dance. ma, come direbbe la mia amica marianna, niente ci fa, e per prima cosa mando un sms alla romi. niente da fare, la romi è ko da venerdì sera, troppa salsa. così chiamo anna. ma lei, pur abitando a un tiro di sputo dal teatro, mi dice che, francamente, delle sette arti la danza (osservata) è quella che meno le piace. "Fosse stato un corso di salsa..." Ancora 'sta salsa.

così, mentre sono sotto la doccia, decido di lanciare un appello in facebook, della serie "chi mi ama mi segua". a dire il vero, avrebbe potuto trasformarsi anche in un sondaggio a doppio fine: scoprire chi, dei miei amici, è su internet la domenica pomeriggio e chi, invece, ha una vita sociale, e sperimentare quanti di loro volessero venire con me.

devo dire che, a posteriori, sono contenta dei risultati del sondaggio in questione, ma non potevo saperlo alle cinque quando sono schizzata giù dalle scale (i famosi cinque piani a piedi) e mi sono fiondata in macchina. "dunque, quindici minuti e sono al posteggio della metro, poi altri quindici minuti e sono alla fermata dello smeraldo, in tutto dovrei essere là alle cinque e mezza, perfetto" penso mentre scalo le marce attraversando gli amabili quartieri della periferia sud-ovest dove i tamarri si sono accattati persino i dossi e ora l'asfalto giace triste come una coscia con le smagliature

posteggio della metro, cerco posto cerco posto trovo posto! chiudo la macchina, piglio le scale e timbro il biglietto e... mi metto ad aspettare 'sti sette minuti di metro cazzo! ma niente ci fa ( e due). quando scendo in moscova sono così frastornata dal fatto che ci sia ancora la luce alle sei meno un quarto che non mi oriento e invece di andare verso piazza XXV aprile piglio decisa garibaldi e via! fino a che mi rendo conto che ho sbagliato strada, allora inversione a "U" pedestre e arrivo allo smeraldo alle sei meno dieci.

un fracco di gente fuori, tutti in gruppi di almeno otto persone, che mi guardano arrivare trafelata e ORRORE! sola, oh poveretta, perché mai non sei con nessuno? PERCHé SONO EMANCIPATA, ECCO! mi fiondo alla fila dei biglietti omaggio (che figura di merda, che vergogna, ah, vabbé, non sono sola, guarda quanti che la sfangano, ah furbacchioni!)

quando arriva il mio turno, alla mia destra una ragazza con pelle di un invidiabile color caffelatte e capelli (tantissimi) a cespuglietto chiede un biglietto (UNO SOLO PURE LEI) e tira fuori la carta di credito. al che il mio emisfero sinistro chiede (in italiano) i biglietti, e quello destro le grida (in spagnolo) "para, que te voy a invitar yo, que tengo una entrada màs!"

carramba, che sorpresa!

tutto accade in un attimo, piglio i due biglietti omaggio, la salvo dalle grinfie dell'arpia alla biglietteria che si vede sfuggire da sotto il naso venti euro, e mi avvio a braccetto dissimulando una grande amicizia per salvare almeno un po' la faccia. lei è contenta come una pasqua, saltella quasi dicendo "estoy feliz!!!" e così scopro che è brasiliana!!!!! che figata! il resto procede amabilmente: spettacolo divino (per la parsons dance company le leggi della gravità sono qualcosa che non esiste), ripasso linguistico gratis e grande amicizia con Teresa, di Sao Paulo ma da vent'anni a Milano (porella).

dopo lo spettacolo e il cafezinho abbiamo preso insieme la metro e ci siamo sedute a parlare come due vecchie amiche, e lei faceva qualcosa che io reputo meraviglioso: mi toccava mentre parlava! ah, quanto tempo dovrà passare prima che riesca a sciogliere il ghiaccio milanese che mi impedisce di fare altrettanto? comunque, abbiamo parlato di tutto, di danza e di Milano, di amore e di destino.

e ci siamo salutate con un bel sorriso e con una certezza: nulla accade per caso!

sabato 21 febbraio 2009

certe notti


ieri i cubani, oggi i celti

ieri la carne, oggi lo spirito

ieri il sudore, oggi il brivido

ieri il futuro, oggi il passato

ieri il nero, oggi il bianco

chi ci capisce qualcosa è bravo

intanto io me ne vo a letto e a domani

sabato pirandelliano



il sabato è un giorno adorabile... lo passo tra il sensuale e lo svaccato (a volte più il primo, a volte, molte volte, più il secondo)

mi alzo a una certa, tiro su le tapparelle e lascio che il sole mi ferisca quelle cose che ho al posto degli occhi (anche ieri sera siamo andati a ballare, eh?), poi decido che è il momento di fare un po' di yoga... ma prima pipì, ecco fatto, ora sono pronta per cominciare

saluto il sole contorcendomi voluttuosamente sul tappetino, e sento le vertebre scrocchiare, le clavicole emettere degli strani suoni e pure le anche, che sembravano la cosa più certa del mondo, eppur si muovono! dopo che mi sono sentita in successione cane-gatto-lucertola-ponte-albero-e chissà cos'altro decido che è ora di farmi il beverone

allora slitto in pianelle dalla camera da letto alla cucina (evviva, non stai più in un monolocale!!!) e armeggio tra frutta dall'aspetto quantomento sospetto, vitamine, fermenti lattici ed estratti erbacei per creare la pozione che mi darà il "la" - ma siccome non ho cuore di schiaffare tutto insieme nel frullatore come solo john rambo o il padre di bastian nella storia infinita 1 fanno, me li prendo uno alla volta, tanto si mescoleranno nello stomaco.

e, a questo punto, decido chi voglio essere. sì, perché io sono una fervente sostenitrice del verbo pirandelliano, e so per certo che è solo questione di scegliere quale ruolo interpretare.

dunque, chi voglio essere oggi?

"sciuretta domestica pulizie-mercato-bucato"? mmmh, decisamente no, troppa samba mi scorre ancora nel corpo per trasformare i movimenti del bacino in quelli del mocio.

"atleta del sabato mattina"? (corsa nel parco, piscina, scale a piedi su e giù avanti e indietro massiccia e incazzata!!!) uff, proprio no, al solo pensiero mi rimetterei a letto.

"fotografa" alla perenne ricerca della camera oscura per farsi lo sviluppo in casa? mmmhh, devo togliermi il pigiama per uscire! no!

tralascio la "grande cuoca che prepara la cena e poi la congela", la "perfetta secchiona che si porta avanti di tre capitoli del corso di brasiliano", la "prof diligente che prepara le lezioni per tutta la settimana", l'"estetica estetista", che si restaura in vista di non si sa bene poi che cosa, l'"acculturata che si legge quel romanzo che non aveva ancora iniziato" e la "cinefila" stessa cosa ma con un film (queste due ultime non saltano quasi mai fuori il sabato mattina a dire il vero). Troppo presto ancora per l'"amica quanto tempo!", che si attacca al telefono a ciacolare, troppo tardi per la "viaggiatrice", che piglia macchina treno aereo e parte per qualsiasi destinazione.

Penso conveniamo tutti sul fatto che ne rimanga soltanto una. Essìa.

Signori, ecco a voi la "musicista" con varianti quali "pianista da bordello", con repertorio cantabile e ballabile, ma fatto per non disturbare quelli che trombano (inapplicabile - mia madre mi ha fregato il piano); "chitarrista folk" con repertorio impegnato ma impraticabile la mattina a causa di avverse condizioni vocali; "percussionista cubana" ideale quando ti vengono a trovare tutti i tuoi cuginetti e tu li metti ad agitare maracas; "pifferaia magica", modalità non applicata dalle medie; "chitarrista traditionals", in caso di feste col parentado; e quindi, last but not least, lei, io: "chitarrista di bossa-nova".

coisa mais linda....

mercoledì 18 febbraio 2009

agora a bossa é nova


cominciato ieri il corso di portoghese (pardòn brasiliano)
e che dire? è una figata di lingua! poi se sai lo spagnolo è ancora più facile. ma la chiave di tutto è solo lui: il galego;)

sono rimasta un po' così per i compagni di corso: ero abituata ai miei alunni di spagnolo, giovani, carini e (quasi) disoccupati, e mi ritrovo una compagine mista tra pischelli e vecchiazzi, i primi che devono andare a trovare i parenti emigrati e mai più tornati (e cché sso scemi?) i secondi a tentare di far entrare nel loro cervello incartapecorito qualche frase per abbordare le ragazzine sulla spiaggia di copacabana senza far parlare soltanto i reais. C'è poi una ex figlia dei fiori che, date le circostanze, è stata ribattezzata figlia dell'amazzonia, una pijita con parenti acquisiti a Rio e un poveretto, forse ingegnere, che sta tentando di trasferirsi là per sempre e buttare la chiave per tornare qua. E poi ci sono io, che per una volta non ho dovuto fare finta di avere parenti da qualche parte ma che mi sono accomodata dall'altro lato della cattedra. Insomma, prima impressione, depression.

Entra il prof, simpatico, ma un po' inquietante (inchietanci); è quanto di più lontano dal brasiliano da cartolina uno si immagini - in effetti sembra venga giù dal Tirolo e ha un'aria pesantemente crucca e leggermente brilla (parole che devono essere sinonimi). Poi si presenta, e dice che in realtà è un giornalista che insegna per divertirsi. Algo me suena...

E ora la lezione: trattasi di roba seria, il crucco non scherza e ci strapazza di fonetica. Stremati dopo un'ora e mezza di improbabili vocali nasali e snervanti battutine dei vecchiazzi pronunciate con accento simil berlusconiano (il che me li ha resi ancor più simpatici) strisciamo verso la metro (che l'ibrit si trova in san babila - mica bucci!), sui volti dipinta l'incredulità di essersi iscritti alla tortura che durerà fino a maggio. Tutti tranne una, la sottoscritta, che quanto più la fanno secchiare linguisticamente parlando, tanto meglio.

e oggi, difatti ho secchiato. Tanto che ho trovato persino una pagina web che insegna il portoghese brasiliano a chi conosce già lo spagnolo: eccola qua http://tltc.la.utexas.edu/brazilpod/tafalado/index.php

e, per non trascurare la chitarra, ho messo tutto insieme e ha visto la luce una versione molto lindesca di "Chega de saudade".

quindi, ora, sono esausta, auguro a tutti la boa noite (boa noici) e me ne vado a dormire!

lunedì 16 febbraio 2009

a volte ritorna


si può, a quasi cinque anni da un evento traumatico, riviverlo con la stessa intensità?

mettersi a respirare affannosamente come durante un attacco d'asma di quelli tosti, quindi incominciare a piangere, a tremare, cascare quasi per terra se non fosse che si è seduti su una poltrona di cinema e che quindi in terra si è già? e diventare, per qualche, interminabile minuto, centro di attenzione delle file centrali, tuoi alunni compresi, i quali prima si preoccupano un po', poi ti lasciano stare, prima o poi le passerà? quindi alzarsi come un'ubriaca, camminare appoggiandosi ai muri e sgattaiolare fuori di sbieco alla ricerca di un po' d'aria?

si può, si può.

e la prossima volta che a scuola invitano qualcuno a parlare di Costituzione, e questo ti tira fuori di punto in bianco gli attentati di Madrid, con tanto di dettagli e foto, perché è il sostituto procuratore che, da Milano, si occupa di terrorismo internazionale e quindi su quell'attentato ci ha passato i giorni e le notti dal 11 marzo 2004 pomeriggio, beh... mi avvisino che mi faccio un cicchetto, così almeno non sembrerò ubriaca, lo sarò davvero.

mercoledì 11 febbraio 2009

troppu traffico pì nnenti


lo sapevo

se colombo era catalano (ma per alcuni anche galiziano), leonardo da vinci gay e gli spaghetti li hanno inventati i cinesi, ci rimane un'enorme rivincita su queste sòle storiche: shakespeare era siciliano!!!

prove? documenti? basta chiedere, miscredenti: http://www.johnflorio-is-shakespeare.com/index2.html

e se ancora non foste convinti, leggete un po' qua:

Shakespeare es -digámoslo así- el menos inglés de los escritores ingleses. Lo típico de Inglaterra es el understatement, es el decir un poco menos de las cosas. En cambio, Shakespeare tendía a la hypérbole en la metáfora, y no nos sorprendería nada que Shakespeare hubiera sido italiano o judío, por ejemplo.” Jorge Luis Borges

por ejemplo...

domenica 8 febbraio 2009

no comment


e ripeto: no comment

venerdì 6 febbraio 2009

non è un paese per vecchi


i vecchi, prima o poi, muoiono...

questo, infatti, non è Javier Bardem 2008 ma Mino Reitano 19...

giovedì 5 febbraio 2009

rissa da berskha


giovedì 5 centro commerciale

fuori pioggia (posteggio miracoloso) dentro sauna

porta scorrevole che scorre con gagliarda scorrevolezza mentre io scorro dentro con flaccido scoramento post post prandiale

corridoio poi a destra

un negozio, un altro e berskha

odore di polvere e vestiti di qualità scadente

ma economici

economici in crisi economica

odore di ascelle, torbide sensualità compresse in top di una taglia di meno, ma tanto prima dell'estate dimagrisco

piedi sudati, caldo aroma fortemente speziato che alla lunga dà troppo alla testa

mani, fianchi, cosce femminili si strusciano, s'incrociano, languiscono in ambigue boteriane composizioni

magliettine maglioncini pantaloncini come tonni

donne, femmine, ragazze, ex ragazze, carampane, troiette, rifatte, fattone, professoresse, bisessuali, sfigate, lesbiche dichiarate e aspiranti veline come nerobuti siciliani nella mattanza

mani a cercare tessuti incrociano mani, piedi schiacciano alluci dolenti in scarpe troppo strette e un po' alì babà, seni si strofinano all'interno dei capi di qualità scadente che col primo lavaggio stingeranno si restringeranno: la maglia gialla ai poveri dei cassonetti gialli, pescati da uno zingarello acrobata, a testa in giù nel cassonetto giallo

manica di maglia gialla afferrata da una mano inanellata, manica di maglia gialla afferrata da mano con unghie rosicchiate, finite le maniche della maglia gialla. mani che tirano in direzioni opposte. squartamento biblico della maglia gialla.

top rosso ciliegia dai bottoni divelti. pantaloni verdi semicalpestati. top in lurex very zoccola, litigato da due come sopra. jeans tutti irrimediabilmente taglia 36. montagne di maglie per terra, maglioni di lana strappati alle povere pecore ora contesi da due povere vacche.

la cassa batte dling!, la cassiera batte prego!, le commesse battono la fiacca allora?

in fondo, si è un po' tutte battone in un pomeriggio di shopping futurista

mercoledì 4 febbraio 2009

call me Achab


stasera, al Piccolo, Moby Dick

premesse:

1. qualsiasi rappresentazione teatrale, cinematografica, televisiva, radiofonica, telepatica, artistica, musicale, ecc... ecc... ecc... non regge nemmeno le scarpe all'oceanica maestosità di Melville

2. non vedevo l'ora di vedere come avrebbero risolto le scene di caccia in alto mare e mi ritrovo a fissare un dialogo di sordomuti - ecchccazzosestarannaddì?

3. mi hanno scombussolato un po' di battute, dando le migliori a quel pivello di Ismaele che nel libro non ha poi questa grande importanza a livello di personaggio, quanto come testimone e narratore onniscente

4. quando spiegano come si squarta una balena non si capisce un tubo perché parlano tutti insieme - e pensare che quella era una delle parti più gustose hi hi hi!

5. fa impressione veder riassunto un libro di qualche centinaio di pagine in 150 minuti di spettacolo, anche se senza intervallo

... però Albertazzi è un grande Achab. Non sembrava recitasse, pareva che quella fosse davvero la sua vita.

O meglio, che la vera vita del lupo di mare fosse, in realtà, una recita, e che il vero Achab fosse prigioniero di quel suo personaggio di capitano maledetto, che lo spinge a consumarsi le ossa e i giorni alla rincorsa del leviatano.

E che bianchi i suoi capelli, mentre invocava il bianco capodoglio.

E rossa, di un velluto cangiante e scarlatto, la sua marsina.

E malferme, le sue gambe, come se fossero di legno entrambe.

Eppure, maledizione, che poca voglia di morire ha quest'uomo!

"Lascio una scia bianca e inquieta, acque pallide, facce più pallide, dovunque passo. Le onde invidiose si gonfiano ai lati per sommergere la mia traccia: facciano, ma prima io passo."

martedì 3 febbraio 2009

disintossikAZIONE


ieri sono andata a fare shopping

e fin qui niente di strano, ci sono i saldi

uscendo dai negozietti, m'imbatto in un'erboristeria

"Tò, un'erboristeria!"

e, quantunque consapevole che lì, di saldi, nisba, impavida entro.

la ragazza dietro il bancone sembra proprio una secchiona: frangiona bionda, occhialini sulla punta del naso, càmice immacolato

io, invece, sembro proprio una fattona: capello appiccicato, occhiali con ditate, camicia che stamane era quasi stirata e ora, non so come non so perché, sembra "che sia stata messa nel sedere di un cane", come dice mia madre

niente ci fa

mi avvicino il più naturale possibile alla secchiona, le faccio un sorriso, ed esordisco con un bel: "mi sento una merda"
- hm?-
-sì, dunque... MISENTUNAMERDAMISVEGLIOGIàSTANCANONHOVOGLIADIFARNULLAMIFACCIOLADOCCIAOGNIGIORNOEHOPELLECAPELLIDASCHIFODOPOSEIOREMISTACASCANDOLAFACCIAMIVENGONOPUREIBRUFOLIEMISIAPPANNANOANCHEGLIOCCHIALI!!!
- ho capito. bisogna depurare.

e così da oggi sono una fiera depuratrice di me stessa. e non è neanche difficile; madamine, il catalogo è questo:
1) svegliarsi mezz'ora prima ogni mattina per tracannare l'essenza di carciofo e erbe amare diluita in mezzo litro d'acqua
2) fare il saluto al sole, ma senza vomitare con le posizioni a testa in giù, per muovere l'intestino
3) svuotare il medesimo cronometrandomi sennò becco la coda in tangenziale e sono finita - in caso di boicottaggio dell'apparato digerente, rimandare la seduta a più propizi momenti
4) fare colazione, ricordandosi di ingurgitare almeno la spremuta di tre arance, due tazze di the leggero e una di cereali
5) zompare in macchina salendo e scendendo cinque piani a piedi, sempre e comunque, traslochi compresi
6) portarmi dietro le bottigliette, lo sciroppino e il misurino di estratto di cranberry (già soprannominato dai miei alunni "acqua torbida") e berne un litro durante la giornata
7) ricordarmi di prendere due volte al giorno e lontano dai pasti i fermenti lattici
8) non mangiare fuori pasto, e calibrare bene i nutrienti seguendo una dieta bilanciata, armoniosa, completa, alta bionda e con gli occhi azzurri e, utopicamente, fare sport ogni giorno (ma vedi punto 5)
9) andare a letto presto tutte le sere
10) smettere di passare le ore su internet che mi viene la gobba, il culone che fa provincia e mi deprimo pure a leggere tutte le stronzate che la gente scrive sui blog!

mercoledì 21 gennaio 2009

senza parole


non posso caricare soltanto foto, altrimenti l'avrei fatto

intanto, ecco un regalino, da gustare piano piano nei momenti di tristezza

da riservare per le sere d'inverno, nelle quali rimpiangi il caminetto

da accarezzare come un gatto se non fosse che sei allergica

da ricordare

da tramandare

da sperare

lunedì 19 gennaio 2009

ARCImortacci!



Lunedì sera, tour de force: esci dal lavoro, corri a casa, prepara la lezione di spagnolo, corri all'ARCI, aspetta l'alunno invisibile, l'alunno invisibile non si materializza nemmeno questa volta (e tutti a dire che la scorsa voltaccen'erano sei ma minimo tiggiuro vabbé sarà per la prossima!) allorché scatti sul bolide, schizzi a fare quella mezza commissione che riesci a infilare tra le otto e un quarto e le nove meno venti, quando è già ora di ripuntare il bolide in direzione ARCI, riinfilarsi nel natural budello della puzzona via che sa di mercato del lunedì e cercare un posteggio non troppo da rimozione.

E poi entri.

Attraversi il corridoio lasciandoti sulla sinistra "la porta della riunione interminabile": sono lì dentro da settembre, tra volantini stampati anche di costa, avanzi di un panettone e (mi sembra, ma magari è un'allucinazione) fumo di sigarette. Passi il bar che sarebbe anche carino se solo qualche volta ci fosse uno straccio di qualcuno a bervi qualcosa. Disturbi irrimediabilmente la lezione di capoeira perché attraversi la roda in pieno e il mestre, con serafico, tropicale sorriso, accenna un saluto a testa in giù, appollaiato sul mignolo, a gambe spalancate con l'alluce teso verso di te in una affascinante e melliflua parodia di combattimento. Scendi le scale che conducono alla sala del baile flamenco, e a riprova di ciò c'è il tablao rivestito di formica, ci sono gli specchi deformanti e, appeso là in fondo, c'è un bel vestito da folclorica un poco battona.

Ma te ne freghi, perché tu sei lì per suonare la chitarra. Gli altri sono già arrivati, si accordano gli strumenti e tu accarezzi la tua Clementina, quanto seibbella Clementina, anche se il primo giorno mi è caduto il poggiapiede e ti ho quasi perforato la cassaarmonica, ora Clementina con quella piccola cicatrice sei ancora più bella! E poi Nelson si siede, lancia un motivo, e mentre tu fai del tuo meglio per massacrarglielo, spalanca la sua enorme bocca da nero cubano e canta:

Guantanameraaaaaaaaa....

sabato 17 gennaio 2009

verde que te quiero verde




avevo bisogno di respirare aria pulita, e così ho deciso di fabbricarmela: ieri sono andata a comprare le piante

al lidl c'erano i saldi dei bulbi (bella la triplice allitterazione, no?) e così ho preso un vasetto di tulipani rossi, uno di
giacinti viola e uno di "narcisi dorati".

Questi ultimi sono un omaggio a una poesia che ho molto amato da piccola, "I wandered lonely as a cloud" di Wordsworth:

I wandered lonely as a cloud

That floats on high o'er vales and hills,

When all at once I saw a crowd,

A host, of golden daffodils;

Beside the lake, beneath the trees,

Fluttering and dancing in the breeze.

Ecco fatto. E poi, non paga, ho visto che c'erano dei ficus benjamin molto piccoli e molto carini, e ne ho preso uno color verde chiaro: ho scoperto che si chiama Goldie, ed è andato a finire sul davanzale della finestra della cucina.

Ma, visto che non di solo ossigeno si vive, ho comprato anche quattro vasetti di erbe aromatiche: basilico, prezzemolo, salvia e rosmarino, tutti in bell'ordine come soldatini sul davanzale vicino al ficus. Il prezzemolo è praticamente già chino a guardare il pavimento.

E poi, per non farmi mancare nulla, e perché era very cheap and chic, mi sono regalata anche un bonsai. Un bonsai al lidl, chi l'avrebbe detto. L'ho guardato ben bene, ho deciso che gli avrei dato un nome degno di un piccolo albero, ma non me ne è venuto in mente nessuno, e così l'ho chiamato "Cosino" e l'ho messo sulla mensola del bagno. Se poi non gli piace lo sposto. Il nome, invece, mi sa che se lo tiene.

Ovviamente mia madre, senza che ci fossimo dette nulla, ieri ha deciso che mi avrebbe omaggiato a sua volta delle piante, e così mi ritrovo con un ficus "Samantha" nello studio, una Tillandsia con annesso fiore viola, sempre nello studio, e una Dracaena enorme, in cucina.

Bene. Ora che ho una quindicina di piante per casa, posso trarre le seguenti conclusioni:
- sono diventata anche io una di quelle "col pollice verde", automaticamente!
- bagnarle tutte, togliere le foglie morte, spostarle, spruzzarle nella vasca da bagno e, soprattutto, parlarci insieme, richiederà un supplemento del tempo settimanale che dedicavo alla pulizia della casa: passiamo da quindici a venti minuti
- ormai non ho più scuse, devo per forza ossigenarmi!

martedì 13 gennaio 2009

sciuretta tuo malgrado


comprare casa è già un bel passo

(è un investimento - il mattone non delude mai - così hai smesso di pagare l'affitto)

arredarla completamente una faticaccia

(che bella - che carina - che vezzosa - che coquette)

quando poi scopri che il risultato è tremendamente shabby-chic

(ma come, non è quello che volevi?)

ti senti irrimediabilmente sciuretta :(

lunedì 12 gennaio 2009

ah, la boule...


Se non avete il caminetto acceso giorno e notte, o un amante appassionato che vi faccia friggere le lenzuola e neppure uno straccio di gatto acciambellato sui piedi che vi riscaldi in queste notti d'interminabile inverno padano, potete sempre fare riferimento a un sostituto evergreen di un'efficiente termoregolazione corporea: la borsa dell'acqua calda.

Morbida e gommosa al tatto, con quel suo tepore invitante e la sua ambigua mollezza si presta bene alle più lussuriose applicazioni. Molto più sicura della vecchia bottiglia dell'acqua calda della nonna, e infinitamente più politically correct del mattone tirato via dalla stufa della bisnonna, è un oggetto che ogni ragazza dovrebbe possedere.

La meravigliosa borsa si presta infatti a molteplici usi, alcuni dei quali enumero per conoscenza diretta:
- mal di pancia. Un classico, da preferire per indigestioni o spasmi mestruali, ma non in caso di sospetta appendicite. Mettetela in orizzontale al di sotto del maglione direttamente sulla maglietta. Per stare nella gloria l'ideale è stravaccarsi sul divano con una copertina.
- piedi freddi a letto. Narrano le leggende che più di una solida unione sia andata e remengo per colpa di estremità ghiacciate delle gentili signore. Ora, la borsa va tenuta tra i due piedi, e la posizione di questi ultimi va variata spesso per permettere alla maggiore superficie di calzetta possibile di godere del caldino. Per ragazze allenate e un tantino atletiche
- piedi freddi alla scrivania. Variante come sopra ma con aggiunta la forza di gravità. Posizionare la borsa sotto i piedi, avendo l'accortezza di predisporre un tappetino, sennò il pavimento freddo ridurrà di parecchio la durata del trattamento. Per un effetto sauna, avvolgere le estremità in una copertina.
- piedi freddi sul divano. Sedute nella posizione del fiore di loto, posizionare la borsa all'incrocio dei piedi e coprire con una copertina. Quando non si avvertiranno più le gambe, cambiare posizione.
- male di schiena. Sdraiarsi sulla pancia e applicare la borsa sulla parte dolorante. Non muoversi. Non muoversi. Zzzzz....

domenica 11 gennaio 2009

Il suonatore Jones


ssshhh... cantala piano, arpeggiando dolcemente sulle corde della chitarra, come se l'abbracciassi...
(Il ritratto è di Andrea Palma)


IL SUONATORE JONES (F. De Andrè-G. Bentivoglio-N. Piovani)

“… E dov’è Jones, quel vecchio suonatore
Che giocò con la vita per tutti i suoi novant’anni.
Affrontando la tormenta a petto nudo.
Bevendo e piantando casino.
Senza mai un pensiero
Né alla moglie, né ai parenti,
Né all’amore, né al denaro, né al cielo?...”
(da “La Collina” di E.L. Masters)

LA- RE- LA7 RE-
MI7 SOL7 DO MI7
LA- DO FA DO
MI- SI7 MI- SI7 MI- MI

In un vortice di polvere gli altri vedevan siccità,
a me ricordava la gonna di Jenny in un ballo di tanti anni fa.
Sentivo la mia terra vibrare di suoni, era il mio cuore,
e allora perché coltivarla ancora, come pensarla migliore.

Libertà l’ho vista dormire nei campi coltivati
a cielo e denaro, a cielo ed amore, protetta da un filo spinato.
Libertà l’ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato,
per un fruscio di ragazze a un ballo, per un compagno ubriaco.

E poi se la gente sa, e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca, per tutta la vita e ti piace lasciarti ascoltare.

Finì con i campi alle ortiche, finì con un flauto spezzato
e un ridere rauco e ricordi tanti e nemmeno un rimpianto.

sabato 10 gennaio 2009

In vain have I struggled...


...it will not do. You must allow me to tell you how ardently I admire and love you.

ecco, è successo. complice la nevicata di mercoledì e cinque giorni di vacanze forzate, mi sono attaccata a you tube e mi sono sparata una ventiquattr'ore quasi non-stop di pride and prejudice

ho iniziato ieri mattina: a radio popolare stavano parlando di una nuova serie della tv inglese "Lost in Austen" - vado su youtube e... c'è evidentemente molta gente fissata al mondo, l'hanno caricata interamente!

la storia è geniale: c'è la tipica isterica inglese contemporanea che, quando il mondo l'affanna, non si fa una canna come recita l'adagio ma si attacca a Pride and prejudice. la capisco, l'ho fatto anch'io quando ero depre, ma poi, guardandomi intorno il mio appartamento mi sembrava una topaia, il mio ragazzo molto poco gentleman e il panorama del sud-ovest milanese così diverso dalla campagna inglese... comunque, una volta, mentre è immersa nella lettura, sente un rumore dal bagno, si avvicina con cautela e chi ti trova in piedi nella vasca, tra i collant e la biancheria stesa ad asciugare? nientemeno che miss elizabeth bennet, l'eroina del libro.

ora, non vi sto a tediare sui dettagli, ma succede che le due tipe, tramite un passaggio segreto spazio-temporale, si scambiano di posto: Elizabeth rimane nel XXI secolo e la nostra isterica (che si chiama Amanda) se ne va nel XVIII. Beh, che dire, nonostante l'assurdità della cosa, e la faccia non proprio femminile della protagonista (Amanda, non quell'altra) e un improbabile taglio di capelli che si ostina a mantenere anacronisticamente tale per tutta la durata della serie, non sono riuscita a staccarmene e me la sono vista tutta (in realtà non è gran cosa, sono soltanto tre ore).

e poi, dopo avere dedicato l'intero pomeriggio ad altre amene attività di tipo carpentieristico, la sera eccomi di nuovo con jane austen. preparo la postazione (divano, cuscini, copertina), scaldo la cena, metto sotto carica il computer: stanotte mi aspetta LA BESTIA: sei ore, e ripeto SEI ORE di serie dalle BBC del 1995, quella bbona, con attrici che sembrano veramente donne dell'Inghilterra del XVIII secolo e con un Mr Darcy da far accapponare la pelle: Colin Firth!

che dire? ho dovuto interrompermi alle quattro del mattino perché incominciavo a vedere una ragazza ricciuta vestite in stile impero scivolare silenziosa per il corridoio, e, considerando che ora vivo da sola, mi è sembrato un segnale inequivocabile del fatto che dovessi prendermi una pausa. Ho spento la luce e, prima di addormentarmi, ho dovuto richiamarla all'ordine perché, con i suoi "Indeed sir", non mi faceva dormire. Lei mi ha guardato beffarda, e si è volatilizzata...

stamattina sveglia all'alba (delle undici), yoga di rito e nessuna traccia della fantasma. Bene. Ho bruciato le due ore che rimanevano mentre facevo colazione.

che dire?

che dopo aver visto LA BESTIA nessun altro rimake può reggergli il confronto, men che meno orribili riedizioni nelle quali il geniale testo della Austen è stravolto, attualizzato e (orrore!) para-americanizzato aaarrrgghhhh!

che purtroppo non esistono i Mr Darcy e le Elizabeth Bennet, o perlomeno non più, e che è una pena vedere in che cosa i loro discendenti si sono trasformati (d'altronde noi saremmo gli eredi degli antichi romani... puah!)

che ho bisogno di fare una bella passeggiata nella brughiera per non sentirmi terribilmente depressa paragonando la loro vita alla mia, ma che, in assenza di essa, penso andrà più che bene il laghetto con le papere di Bucci

that's all for today...

giovedì 8 gennaio 2009

pella l'Italia



Pella l'Italia, ci sto penissimo da tanto tempo, prima cvon GP, e atesso ta solo... sopratutto mi piace tutta la cente che mi fiene a sentire qvanto parlo... eh, si vede che qvuesti italiani sono allenati alle adunate oceaniche qvando qvalcuno parla tal palcone... pei tempi!

e mi piace l'Italia, perché qvesto è l'unico paese al mondo che mi tetica una notizia sicura in ogni teleciornale: altrofe, tefo amettere, non mi si conzidera tanto, e i risultati si fedono: c'è ancora la sinistra! qve orore! ma non qvi: fortunatamente sono in buone mani conzervatrici, che mi difendono dagli attacchi del nemico pubblico numero uno: il comunismo!

che poi i comunisti sparcono mode insane e itee perferse, come quella dei matrimoni gay! in che monto siamo capitati? di matrimonio solo ne esiste uno, e qvesto non fuol dire che ce l'abbiamo coi gay: topotutto, portiamo tutti la conna no?

ma il pericolo rosso si inzinua anche nei luoghi di cultura: come qvando non mi folefano fare entrare all'università, solo perché avevo riconfermato l'abiura a kalileo! ma lo saprò, io, se tofefa abiurare o no, sono o non sono santo, oltreché patre?

per non parlare di altri procedimenti puoni e ciusti, come la caccia alle streche, le crociate contro gli infeteli e la santa inqvuisizione: e che, i comunisti non forranno mettere in discusione anche quelli? ma se lo fanno, pasta far catere il governo un'altra folta... un colpo ceniale, e poi dicono che ciocare a risiko non serfe a nulla...

la rivoluzione del 2009


l'ho scoperta quasi per caso, la notte del 31 dicembre 2008

a due ore due dal cenone, non avevo fatto altro che scongelare le orate, che ora mi guardavano con aria interrogativa quanto assente, e mettere a mollo le lenticchie, che avevano sospettosamente iniziato una mutazione germinativa

ora, il problema delle occasioni importanti è che ci si aspetta che tu ne sia all'altezza, e io le uniche due volte che avevo cucinato pesce mi è venuto uno schifo, e le lenticchie bruciate. ma stavolta doveva essere diverso: avevo la cucina nuova o no?

così ho aperto con mano ginecologicamente guantata l'orata e le ho infilato in pancia una manciata a caso di erbe aromatiche, e sale grosso, per non sbagliare gliene ho tirata un po' anche addosso insieme a un po' d'olio, bacche varie e pepi di diverso colore e sapore. Infornata la porcheria, mi sono dedicata alle lenticchie.

e qui entra in gioco LEI, la magnifica pentola a pressione che la nonna di pablo mi ha regalato quest'estate: sul libro di cucina tradizionale avevo deciso di seguire la ricetta delle lenticchie in umido, ma non c'erano indicazioni per le pentole a pressione, così apro febbrile il libretto di istruzioni (in spagnolo) della pentolona, e mi rendo conto che sì, c'è una ricetta delle onnipresenti lenticchie, ma che mi mancano la metà degli ingredienti.

Nessun problema, se ha funzionato con i pesci può funzionare anche con i legumi. E allora mi sono dedicata al mixaggio sapiente delle due ricette, elaborando una bomba di ricettazza che non potrò mai più replicare nella mia vita. Chiusa la pentola a pressione, conto dieci minuti da quando inizia a fumigare (nascondendomi prudentemente dietro la penisola per paura di esplosioni) et voilà: 'na sciccheria! le lenticchie più buone della mia vita!!!

tutto questo per dire che anche se tua madre non ti ha insegnato assolutamente nulla in cucina, anche se le tue amiche sono convinte che tu non sappia cucinare perché sei milanese, e anche se l'ultima cosa nella quale vuoi trasformarti è una casalinga disperata, COMPRA UNA BUONA PENTOLA A PRESSIONE CHE è UNA FIGATA!